TRIATHLON DI TRIESTE - OLIMPICO E SPRINT 15/10/2017
Conclusione di stagione in quel di Trieste, città irredenta (per dirla come nella Grande Guerra) e da mule abitata. Luca questo giro mi abbandona, indi contatto il presidente per viaggio in compagnia, che anche per un orso come me ogni tanto ci vuole. Macchinata composta dai vecchi Gibbo, Albiero, Todaro e dalle giovani leve Tommaso e Marta. A Trieste, baciata dal sole, troviamo Bellemo e altri giovani: Luca, Mattia, Alice. Tanti Delfini insomma per una gara che si preannuncia piena di soddisfazioni. Mentre Mik e Gibbo si fanno l’Olimpico noi dello sprint ci scaldiamo semiseriamente. Cioè il riscaldamento è serio, ma siccome lo conduco lo sembra meno. Ma almeno anche i giovani capiscono che è meglio farlo. Si nuota in un porticciolo dalle placide acque che manco in piscina, si va in bici in tangenziale in leggera pendenza in un verso e contro vento nell’altro, si corre anche in salitina per almeno 3 dei 5 km, mentre la discesa è concentrata in poche centinaia di metri in cui far rullare le gambe a dovere. “Tommaso ti aspetto in bici” (sarà il ritornello della giornata) in effetti mi aspetta in bici. Esco dall’acqua e lo vedo in zona cambio e poi dopo poche centinaia di metri con altri 2 lo andiamo a prendere. Ci mettiamo a cambiare in tre (OPS pardon tira sempre Tommaso) e piano piano ne recuperiamo mi pare altri 4. Vado un paio di volte in apnea, c’è uno chiaramente più forte di tutti in bici che però non riesce ad andarsene, ma tende a farci fare cambi sopra ritmo. Ai meno 5 decido che ne ho abbastanza e mi metto a rifiatare un po’ per la corsa. Entro bene in ZC per primo e per primo ne esco. Solo uno mi passa con un gran passo, ma gli altri del gruppetto no e quindi credo di essere messo benino in classifica. Quando però Mik fa “Todaro sei sesto vai che prendi il quinto” non mi pare vero. O meglio mi conferma che Trieste non è poi così ben frequentata. Tanti M avevo visto in partenza, ed in effetti sembrava un po’ una gara come quelle di qualche anno fa, quando il triathlon era uno sport per vecchi in piena vigoressia e i giovani erano ancora troppo giovani per fare numero e massa critica. Mi metto quindi alla ricerca dell’Austriaco in rosso e passo almeno 4 body rossi prima di beccare, a solo meno 1km dall’arrivo un bell’AUT davanti a me. Ansimo come poche volte mi capita e questo mi sente, e lo vedo che aumenta. Lo passo alla bersagliera, ma siccome non si capisce un corno del percorso quasi mi fermo, esco dal percorso, e impanicato totale faccio gli ultimi 300 metri in apnea totale. L’austriaco sta dietro ed era pure M2! Indi sono molto contento della mia ultima gara e ringrazio Mik per la dritta/incitamento. Come Delfini portiamo a casa un primo ASS con Alice (brava…sempre più forte!), un primo Cat con Marta BB, un primo Cat con “Tommaso ti aspetto in bici”, un primo Cat col vecchio Todaro, ed un secondo cat con Mik, che però non va a podio perché a Trieste decidono di premiare solo i primi. Peccato, ma sappiamo che si rifarà anno prossimo con gli interessi. La scampagnata prosegue nel viaggio di ritorno fra discorsi più o meno seri coi giovini che piombano nel sonno degli innocenti come fanno i miei figli quando torniamo dalla montagna.
Cameo della giornata Gibbo che mi fa “Ecco vedi te cominci sempre una frase con “NO”, e la finisci confermando quello che diceva l’interlocutore”. Parlavamo di come scrivo e del fatto che mi piace più del Triathlon. NO, caro Gibbo, sbagli. Anzi…quasi quasi, hai ragione.
Angelo B.T.
Cameo della giornata Gibbo che mi fa “Ecco vedi te cominci sempre una frase con “NO”, e la finisci confermando quello che diceva l’interlocutore”. Parlavamo di come scrivo e del fatto che mi piace più del Triathlon. NO, caro Gibbo, sbagli. Anzi…quasi quasi, hai ragione.
Angelo B.T.
TRIATHLON DI TORINO 08/10/2017
La gestione del dopo Iron si rivela più complicata della sua preparazione, ed un “crac” al polpaccio durante le ferie estive montane, ripetuto nei 2 successivi tentativi di ripresa, mi costringe a quasi 2 mesi di stop dalla corsa. Mi consolo dicendomi che così mi riposo un po’, ma la mia piccola, inutile impresa di fare rank in tutte le distanze nel 2017 rischia di andare in fumo. Dopo i CI Sprint a Lignano ho la conferma che la gamba tiene. Mi iscrivo quindi a sprint Torino e sprint Trieste, per una simpatica e veloce conclusione di stagione. A Torino convinco la famiglia a seguirmi: cuccarmi da solo quasi 1000km per una garetta mi secca assai. Il sabato quindi va di viaggio e doppio museo: Egizio e del Cinema. I presagi per la gara sono funesti arrivando a sera devastato. Un bel sonno ristoratore, e la domenica mattina passa fra il recupero del pacco gara alla piscina vicino all’Olimpico di Torino ed un tranquillo avvicinamento alla gara con caffè e brioche tra i mercatini in centro, in una meravigliosa ex capitale italica baciata da un sole ottobrino limpido e caldo. Sono 22esimo in rank, segno che la gara non è poi così ben frequentata. I 750 sono in piscina da 50. Ci si dice come si gira e nessuno bluffa. Terzo mi dichiaro e terzo resto sul mio passo. I 21 in bici sono 7 paranoici giri da 3 attorno allo stadio Olimpico. I primi 2 li faccio da solo…porcheggiando come mai e oramai deciso a mollare, quando accanto a me sfreccia il trenino dei primi 3 in classifica (pettorali 1, 2, e 3). Mi attacco e i primi metri faccio fatica…gli dico che sono un giro indietro e capiscono che sono inoffensivo ai fini della loro classifica cosi si danno il cambio e io resto quarto a 42, 43, punta dei 47. Mi portano a riprendere qualcuno di quelli della “mia” gara che era uscito prima dall’acqua. Ultimo giro cambiandoci coi 4 rimasti mentre i primi 3 vanno a ingaggiarsi per la vittoria. Riesco a correre intorno ai 4 nonostante le gambe piombate e la pausa run e porto a casa un quattordicesimo ASS e secondo CAT, che diventerà primo essendo il primo CAT un certo Polikarpenko arrivato anche secondo ASS. Premiazioni che danno il tono della garetta e della semplicità sincera di chi ha organizzato. Uno si aspetta un triathlon da metropoli a Torino, e invece anche la gara riflette lo spirito della città, che da una parte è grande, ma dall’altra sembra ancora irrisolta e “piccola”, con le sue strade perpendicolari, le piazze ordinate, e quell’ansia di asburgico “mancato”, che sembra di respirare mentre cammini nelle sue vie. Siccome non sono un esempio di dieta da atleta mi scolo il (o la) barbera nelle 3 serate successive. Foto di rito manco una perché mentre arrivavo e alla premiazione i miei figli erano tutt’altro che presi dalla cosa, e stressavano la fotografa-madre al motto di “quando andiamo via”. D’altro canto Nic non fa che ripetermi che fare sport è una cosa stupida perché stanca, e siccome il mondo è bello perché è vario e alla diversità ci si educa prima di tutto in famiglia, mi tengo la mia passione solitaria un po’ per me, e penso a Polikarpenko che in spogliatoio diceva in italiano stantio al vincitore “eh tu hai korso ai 3:15…io vado piano…vado a 3:30”. Questione di punti di vista.
Angelo B.T.
Angelo B.T.
DUATHLON CROSS DI CONEGLIANO 08/10/2017
TRA COLLI E VIGNE
Domenica 8 ottobre io, mio fratello e papa' abbiamo fatto una gara di duathlon a Conegliano con le mountainbike tra i colli e le vigne.
La giornata e' cominciata alle 7,00.
Arrivati a Conegliano ci siamo sistemati, abbiamo messo la bici in zona cambio e si comincia la gara.
La mia gara era semplice e sono arrivato 5° pero' quella di papa' e di Nicholas erano piu' difficili.
La mamma ha tifato per tutti e tre.
Io sono andato a podio invece papa' e Nicholas sfortunatamente non ci sono riusciti.
Siamo ritornati a casa da questa avventura e siamo andati a mangiare la pizza.
Insomma, una giornata bella come in ogni gara.
Pietro B.
Domenica 8 ottobre io, mio fratello e papa' abbiamo fatto una gara di duathlon a Conegliano con le mountainbike tra i colli e le vigne.
La giornata e' cominciata alle 7,00.
Arrivati a Conegliano ci siamo sistemati, abbiamo messo la bici in zona cambio e si comincia la gara.
La mia gara era semplice e sono arrivato 5° pero' quella di papa' e di Nicholas erano piu' difficili.
La mamma ha tifato per tutti e tre.
Io sono andato a podio invece papa' e Nicholas sfortunatamente non ci sono riusciti.
Siamo ritornati a casa da questa avventura e siamo andati a mangiare la pizza.
Insomma, una giornata bella come in ogni gara.
Pietro B.
CAMPIONATI ITALIANI COPPA CRONO LIGNANO 01/10/2017
CAMPIONATI ITALIANI TRIATHLON SPRINT LIGNANO 30/09/2017
ENDINE LAKE OLYMPIC TRIATHLON - BERGAMO 24/09/2017
FINALE TROFEO CONI 2017 - SENIGALLIA 23/09/2017
Sabato 23 settembre si è svolta a Senigallia la Finale del Trofeo CONI Triathlon, nell’ambito della grande Manifestazione Organizzata dal CONI e dal Comitato Regionale CONI Marche che ha visto in campo 39 tra Federazioni Sportive e 8 Discipline Associate. Competizione Multisport riservata agli atleti Under 14 (età compresa tra 10 e 14 anni). Il via giovedì 21 con la Cerimonia d’apertura, per terminare sabato 23 sera con la Chiusura e la festa finale.
La gara di Triathlon a staffetta per rappresentative regionali si è svolta stamattina a Cesano di Senigallia, con partenza alle ore 10.00.
Le Regioni in gara che hanno effettuato le fasi di qualifica durante l’anno, e che hanno confermato la partecipazione, sono state:
ABRUZZO - ALTO ADIGE SUDTIROL - BASILICATA - EMILIA RIOMAGNA - FRIULI VENEZIA GIULIA - LAZIO - LOMBARDIA - PIEMONTE
- PUGLIA - SARDEGNA - SICILIA - TOSCANA - TRENTINO - VENETO
Grande risultato per la rappresentanza Veneta, classificatasi terza, alla quale faceva parte la nostra giovane Delfina Greta Pagan!
Sicuramente una bellissima esperienza. Il messaggio di apertura dei giochi era chiaro, in ognuno di noi c'è un super eroe ogni volta che i nostri limiti, le nostre paure sono superate. Mi sono ritrovata alla terza edizione del Trofeo Coni in Senigallia grazie ad una partecipazione in luglio ad una gara di Triatlhon Kids presso il centro sportivo "Le Bandie" di Treviso. In realtà non sono sola in questa avventura, compagni di squadra in staffetta Linda Sanarini, Alessandro Menazza e Giovanni Pavanello. Siamo proprio una bella banda, affiatati, dicono di noi iperattivi, io dico belli tosti!!!
Mattina di sole, scenario bellissimo, acqua cristallina, percorso piano, tifo accesissimo. Sembra strano ma la bellezza della marina sembra rendere l'acqua meno fredda.
La Lombardia è proprio forte, l'Emilia e la Toscana sembrano a portata, Bolzano non la capisco, se mi scaldassi quanto loro non sarei piu' in grado di gareggiare... Mah... saranno quelle mele bio.
Ora ci siamo, ogni regione porta un body gara con i propri colori e il nostro e' rosso fuoco bordato giallo in onore al "Leon" e a dirla tutta un po' leoni siamo. Pensavamo di provare un timore reverenziale verso gli altri poi però li vediamo uguali a noi. Si scherza e insieme torniamo ad essere una bella banda di scatenati.
Al via in riva al mare la mia amica Linda parte come un razzo, mi ricorda quelle lucertole che girano le gambe così veloci da sembrare camminare sull'acqua. Esce dall'acqua, pedala e corre... Dura tutto pochissimo ed Alessandro riceve il testimone ideale sulla spiaggia, siamo quinti ed e' già tanto tra quelle amazzoni, a momenti Linda neanche si vedeva, ma io la conosco e so che e' proprio tosta. La sua mamma dice che e' come l'olio, sta sempre sopra!!! Alessandro deve avere fatto merenda doppia e si vede...ha il turbo! Insegue e anche supera poi scompare alla vista e tutto sembra ritornare nel silenzio. Ora sono io sulla spiaggia e tutto sembra irreale... Siamo una ventina in fila sulla spiaggia. Attendiamo il nostro principe, siamo un colpo d'occhio, un bagno di colori sgargianti nei body.
Poi in crescendo il tifo riprende ad essere sfrenato, i principi tornano, galoppano ma sui loro piedi. Mi sento lontana, non sulla spiaggia... sarà l' emozione... Poi eccolo Alessandro, che principe lo e' davvero, mi porta un quarto posto, mi grida "vai Greta" e mi riporta sulla spiaggia, alla gara, alla mia gara. Parto correndo sull'acqua bassa ma vicino alla prima boa capisco che la tattica non è giusta... La Toscana e' alle spalle ed un po' più vicina...ora basta! Mi sembra di sentire il mio allenatore Diego che grida zitta e nuota e io nuoto!!! Faccio tutto in automatico... Funziona...mi avvicino alla terza e la Toscana non tiene il passo. Sono fuori dall'acqua e questa volta in zona cambio faccio le cose per bene! Mi sento bene..pedalo a tutta riprendo la terza e la supero! Ma cosa c'era in quella merenda!!! Penso proprio che adesso potrei provarci anche con la seconda ma sono già in zona cambio e quelle trecce davanti a me già fuggono a piedi. Faccio veloce e sono fuori anch'io. Ora ci voglio davvero provare e così riesco a cambiare passo...quella merenda...una bomba!!!
Rientro alla spiaggia, sono seconda, la Lombardia e' proprio forte.. Sta davanti...irraggiungibile!!! Corro da Giovanni...gli vedi gli occhi e ci vedo dentro un semaforo verde acceso...scalpita...un attimo dopo e' già che vola sull'acqua. Si può dire che rifacciamo la gara insieme a Giovanni, lo sproniamo...facciamo un tifo da stadio e lui risponde alla grande. In seconda frazione e' costretto a cedere un posto, Bolzano pedala proprio forte.. forse merito delle salite, ma quel biondo sembra su un motorino! A piedi Giovanni regge il passo dei migliori....siamo terzi, terzi!!!
Ho una medaglia dove potrei prepararmi una piadina sopra e un gran sorriso sul volto mentre ci abbracciamo io Linda, Alessandro e Giovanni!
Greta P.
IRONDELTA - OLIMPICO LIDO DELLE NAZIONI 17/09/2017
Dopo un paio di Sprint da neofita decido di provare il mio primo Olimpico. Lido delle Nazioni mi sembra la gara ideale!
Arriviamo, con largo anticipo, al Lido delle Nazioni, io e Davide Boscolo Forcola; in luogo incontriamo un altro Delfino Alberto Mantovani.
Facciamo subito un sopralluogo in spiaggia per visionare il percorso di nuoto; da un primo commento ci chiediamo: ma non sembrano più di 1500?? (in effetti sembra confermata la nostra sensazione).
Poco più di duecento partecipanti pronti sulla spiaggia. Via… inizia la gara.
Giornata ideale e gara bellissima; risultato finale Alberto 2:36, Davide 2:43 ed io 2:59 (sotto le tre ore obiettivo raggiunto, anche se in testa c’è il solito pensiero di fine gara: “si poteva spingere di più?”
Alla prossima vedremo…
Giancarlo B. S.
Arriviamo, con largo anticipo, al Lido delle Nazioni, io e Davide Boscolo Forcola; in luogo incontriamo un altro Delfino Alberto Mantovani.
Facciamo subito un sopralluogo in spiaggia per visionare il percorso di nuoto; da un primo commento ci chiediamo: ma non sembrano più di 1500?? (in effetti sembra confermata la nostra sensazione).
Poco più di duecento partecipanti pronti sulla spiaggia. Via… inizia la gara.
Giornata ideale e gara bellissima; risultato finale Alberto 2:36, Davide 2:43 ed io 2:59 (sotto le tre ore obiettivo raggiunto, anche se in testa c’è il solito pensiero di fine gara: “si poteva spingere di più?”
Alla prossima vedremo…
Giancarlo B. S.
KUOTA TRIO SPRINT PESCHIERA 17/09/2017
Arrivare nella zona cambio di una gara, vedere atleti di un certo livello, percorso gara e allestimenti vari mi agita ogni volta, tanto che il mio solito ed unico pensiero è: “non ce la farò mai.”
Devo dire la verità che alla partenza non ero molto sicura su come sarebbe andato il tutto, a nuoto ero fuori allenamento da qualche mese e questo mi rattristava, in quanto è la frazione che adoro e posso spingere di più, ma ero sicura di essere migliorata in corsa rispetto le prime gare. Proprio per questo mi faccio coraggio e cerco di concentrarmi. Una volta terminati i 750 mt di nuoto e arrivata al mio posto bici 555, sfilo la muta, indosso scarpette, occhiali, caschetto, pettorale e via, parto per la seconda frazione. Sono da sola per i primi 2/3 km e poi riesco a raggiungere un altro gruppetto più avanti: che sollievo, stare in scia e fare cambi rendeva quei sali e scendi più semplici. Dopo i 20 km di bici, con percorso abbastanza tosto, mi aspettavano i 5 km di corsa: il momento più atteso in quanto speravo di non deludere le mie aspettative. E così è stato, dopo mesi e mesi di dolore al ginocchio e continui allenamenti di corsa, sono riuscita a migliorare la frazione in cui ero più carente. Per ora sono piccoli miglioramenti e piccoli risultati, ma a me danno molta soddisfazione. Ed è proprio vero che ogni gara è un momento per mettersi alla prova, conoscersi, dare il massimo e superare i propri limiti. Penso sia stata una delle gare più belle che io abbia fatto fino ad ora, il posto era molto bello e lo stesso i percorsi, fatti da giri unici che passavano all’interno di tutta la città e permettevano di gustarla da ogni suo lato, dalla strada ai percorsi sterrati nel verde.
Marta B. C.
Devo dire la verità che alla partenza non ero molto sicura su come sarebbe andato il tutto, a nuoto ero fuori allenamento da qualche mese e questo mi rattristava, in quanto è la frazione che adoro e posso spingere di più, ma ero sicura di essere migliorata in corsa rispetto le prime gare. Proprio per questo mi faccio coraggio e cerco di concentrarmi. Una volta terminati i 750 mt di nuoto e arrivata al mio posto bici 555, sfilo la muta, indosso scarpette, occhiali, caschetto, pettorale e via, parto per la seconda frazione. Sono da sola per i primi 2/3 km e poi riesco a raggiungere un altro gruppetto più avanti: che sollievo, stare in scia e fare cambi rendeva quei sali e scendi più semplici. Dopo i 20 km di bici, con percorso abbastanza tosto, mi aspettavano i 5 km di corsa: il momento più atteso in quanto speravo di non deludere le mie aspettative. E così è stato, dopo mesi e mesi di dolore al ginocchio e continui allenamenti di corsa, sono riuscita a migliorare la frazione in cui ero più carente. Per ora sono piccoli miglioramenti e piccoli risultati, ma a me danno molta soddisfazione. Ed è proprio vero che ogni gara è un momento per mettersi alla prova, conoscersi, dare il massimo e superare i propri limiti. Penso sia stata una delle gare più belle che io abbia fatto fino ad ora, il posto era molto bello e lo stesso i percorsi, fatti da giri unici che passavano all’interno di tutta la città e permettevano di gustarla da ogni suo lato, dalla strada ai percorsi sterrati nel verde.
Marta B. C.
KUOTA TRIO OLIMPICO PESCHIERA 16/09/2017
17° TRIATHLON SPRINT CHIOGGIA - GOLD 10/09/2017
1° TRIATHLON KIDS SAN VALENTINO - BUSSOLENGO 03/09/2017
IRONMAN 70.3 ZELL AM SEE-KAPRUN 27/08/2017
L'impatto al mio primo 70.3 è stato quello di essere un tantino fuori luogo: bici interstellari, caschi spaziali, atleti a passeggio il giorno prima con calze vestiti compressor, atleti in ripetuta a poche ore dalla gara, nuotatori che provano e riprovano il percorso. Mi tranquillizzano Gibbin, Paolo e Griguolo: "Tanta scena, non preoccuparti, ne vedrai di ogni". La seconda sensazione è la declatoria dell'età anagrafica: scopro che i pettorali sono in ordine di nascita e su 2500 iscritti ho il 2171... praticamente dopo di me il Presidente, Gibbin, Grigo, il giapponese di 79 anni e pochi altri. Vabbè, non mi scoraggio, voglio farlo e lo farò. E per caricarmi insieme a Forcola compriamo un cappellino con il mitico marchio Iroman, facciamo un 500 metri a nuoto e pure una ventina in bici tranquilli (beh neppure tanto) per non essere da meno.
Un'ora in camera con Davide a preparare le sacche, ripetendo ad alta voce cosa mettere. Un'altra ora al sabato in zona cambio a memorizzare posizione delle sacche nelle rastrelliere e posizione bici: 2500, sommate a quelle della staffetta sono davvero tante.
Si parte. Mi ripeto come un mantra: "Segui il tuo ritmo, non strafare, non andare fuori giri soprattutto in bici, lascia stare Gibbin" perché sono consapevole che una bici troppo tirata poi l'avrei sentita nella corsa. Mi metto in griglia nuoto 35-40 e rispetto tempo prefisso anche se gps alla fine mi segna 2045 metri, colpa delle prime due boe non viste nel ritorno controluce o percorso un po' più lungo non so dire. Prima ingenuità in zona cambio: infilo elastico e numero con le scarpe da bici e nella foga spacco un buco del pettorale. Calma e lucidità, il triathlon in fondo è anche questo: mi guardo attorno e vedo la tenda dell'infermeria, corro fin lì e mi faccio fare un nuovo foro con una forbice: mi costa un paio di minuti ma almeno so di non perderlo in bici (e d'ora in poi sempre un paio di spille sul numero). Nel frattempo arriva Griguolo e usciamo dalla T1 insieme. Seconda ingenuità: non ho indossato gli occhiali da bici (che per me sono anche da vista) perché anziché lasciarli nel casco dentro la sacca li avevo lasciati nel portaocchiali! Pazienza, indietro non torno, proseguo a occhi semichiusi tra sole e aria.
Partiamo spediti e superiamo un sacco di gente con le crono che non va oltre i 30 all'ora, inizio a pensare che in fondo è vero che c'è "tanta scena". Al ventesimo inizia la salita: Grigo, che è un camoscio, parte in fuorisella, io resto a mio ritmo sapendo che al 30 km ci aspetta un 1,5km al 14% da affrontare. Si scollina, e si scende veloci.
Temo i crampi in corsa e alla fine bevo 6 borracce lungo i 90 km in bici, temo la corsa perché arrivo da un mese e mezzo fermo causa infiammazione con sole due settimane prima della gara in cui ho corso quasi tutti i giorni per recuperare ma non sono mai andato oltre i 14 km.
Arriva la T2: le 6 borracce si fanno sentire, devo fare pipì prima di correre e mi ricavo un minuto per farla. Parto gagliardo e qui non posso che ringraziare Stefano Destro che mentre aspetta Alessandra per la staffetta mi urla: "Vai piano!". Ops: guardo l'orologio sono a 4.20, decisamente troppo rischio di scoppiare dopo pochi km. Inizio a correre più lento ma a sensazione, mi baso solo negli incroci di percorso con Griguolo, ci salutiamo a ogni incrocio, vedo che più o meno avvengono sempre negli stessi punti segno che vado bene. Cerco con lo sguardo Forcola, so quanto ci tenga a questa gara, ma non lo vedo mai. Agli ultimi chilometri dalla strada opposta sento un "vai zioooo", mi giro ed è lui. Bene, ce la farà. Il traguardo è lì, ne ho ancora per correre, scatto finale e traguardo in 5.35 che - nonostante avessi sognato in base alle prove - mai avrei pensato di portare a termine. Sono arrivato 442°: è vero, c'è "tanta scena".
Grazie alla fantastica compagnia dei Delfini, questa gara mi ha aperto nuovi orizzonti.
Gianluca S.
Un'ora in camera con Davide a preparare le sacche, ripetendo ad alta voce cosa mettere. Un'altra ora al sabato in zona cambio a memorizzare posizione delle sacche nelle rastrelliere e posizione bici: 2500, sommate a quelle della staffetta sono davvero tante.
Si parte. Mi ripeto come un mantra: "Segui il tuo ritmo, non strafare, non andare fuori giri soprattutto in bici, lascia stare Gibbin" perché sono consapevole che una bici troppo tirata poi l'avrei sentita nella corsa. Mi metto in griglia nuoto 35-40 e rispetto tempo prefisso anche se gps alla fine mi segna 2045 metri, colpa delle prime due boe non viste nel ritorno controluce o percorso un po' più lungo non so dire. Prima ingenuità in zona cambio: infilo elastico e numero con le scarpe da bici e nella foga spacco un buco del pettorale. Calma e lucidità, il triathlon in fondo è anche questo: mi guardo attorno e vedo la tenda dell'infermeria, corro fin lì e mi faccio fare un nuovo foro con una forbice: mi costa un paio di minuti ma almeno so di non perderlo in bici (e d'ora in poi sempre un paio di spille sul numero). Nel frattempo arriva Griguolo e usciamo dalla T1 insieme. Seconda ingenuità: non ho indossato gli occhiali da bici (che per me sono anche da vista) perché anziché lasciarli nel casco dentro la sacca li avevo lasciati nel portaocchiali! Pazienza, indietro non torno, proseguo a occhi semichiusi tra sole e aria.
Partiamo spediti e superiamo un sacco di gente con le crono che non va oltre i 30 all'ora, inizio a pensare che in fondo è vero che c'è "tanta scena". Al ventesimo inizia la salita: Grigo, che è un camoscio, parte in fuorisella, io resto a mio ritmo sapendo che al 30 km ci aspetta un 1,5km al 14% da affrontare. Si scollina, e si scende veloci.
Temo i crampi in corsa e alla fine bevo 6 borracce lungo i 90 km in bici, temo la corsa perché arrivo da un mese e mezzo fermo causa infiammazione con sole due settimane prima della gara in cui ho corso quasi tutti i giorni per recuperare ma non sono mai andato oltre i 14 km.
Arriva la T2: le 6 borracce si fanno sentire, devo fare pipì prima di correre e mi ricavo un minuto per farla. Parto gagliardo e qui non posso che ringraziare Stefano Destro che mentre aspetta Alessandra per la staffetta mi urla: "Vai piano!". Ops: guardo l'orologio sono a 4.20, decisamente troppo rischio di scoppiare dopo pochi km. Inizio a correre più lento ma a sensazione, mi baso solo negli incroci di percorso con Griguolo, ci salutiamo a ogni incrocio, vedo che più o meno avvengono sempre negli stessi punti segno che vado bene. Cerco con lo sguardo Forcola, so quanto ci tenga a questa gara, ma non lo vedo mai. Agli ultimi chilometri dalla strada opposta sento un "vai zioooo", mi giro ed è lui. Bene, ce la farà. Il traguardo è lì, ne ho ancora per correre, scatto finale e traguardo in 5.35 che - nonostante avessi sognato in base alle prove - mai avrei pensato di portare a termine. Sono arrivato 442°: è vero, c'è "tanta scena".
Grazie alla fantastica compagnia dei Delfini, questa gara mi ha aperto nuovi orizzonti.
Gianluca S.
TRIWEEK LAVARONE OLIMPICO 27/08/2017
Ecco arrivato il 27 agosto, giorno della gara di triathlon olimpico a Lavarone. L'anno scorso ero venuta a vedere Carlo e mi è piaciuta talmente tanto anche solo guardare e sentire i racconti degli atleti della Delfino, che mi è venuto il pallino del Triathlon. Amo le montagne e ho pensato che se mai avessi iniziato a fare triathlon, la gara che assolutamente avrei voluto fare sarebbe stato l'olimpico di Lavarone. Ed è così che ad Agosto inoltrato io e Carlo decidiamo di iscriverci alla gara. Io uscivo da un mese di infortunio causato da una caduta in bici ad uno sprint e non sapevo come sarebbe andata: sentendo gli altri la gara sembrava molto dura. Pazienza, io mi iscrivo poi come andrà andrà, anche se comunque gli allenamenti procedevano bene. Per la prima volta nella nostra "carriera" da atleti, arriviamo puntuali per il ritiro pettorale, possiamo fare tutto con calma per una volta. Andiamo a prendere il pettorale in bici che si trova a Gioghi e sistemiamo le cose in zona cambio. Aspettando alla partenza penso al piccolo viaggio che avrei fatto di lì a pochi minuti: nelle fresche acque del lago di Lavarone, su e giù per le curve del percorso bike e run. Alla partenza siamo circa una trentina di donne, che partono per prime come al solito, veniamo incitate dal pubblico e dalla prima batteria degli uomini. Io mi sento pronta e non appena sento il suono della tromba mi tuffo in acqua piena di voglia di gareggiare.
2 giri e un quarto del lago e poi via a prendere la bici pronti per i 3 giri attraverso paesini di montagna di cui non ricordo il nome, circondati dalla bellezza della natura. La bici riesco a gestirla molto bene nonostante i pochissimi allenamenti ai colli fatti durante l'inverno. Riesco anche a superare una ragazza della mia categoria che mi riprenderà al 6 km di corsa, ahi ahi. Non soffro particolarmente nonostante i 650 metri di dislivello positivo totali. Lo so che sembra impossibile, ma arrivata alla zona cambio non vedevo l'ora di correre in quello che sarebbe stato un piccolo trail. Corsa molto muscolare, in cui si alternano pezzi sterrati di vero trail nei boschi e salite in cemento. Io mi diverto e basta, cammino solo in un pezzo particolarmente ripido in mezzo al bosco per 150 metri in entrambi i due giri: solo gli stambecchi come Carlo riescono a farlo correndo! :D Arrivo alla fine col sorriso e trovo Carlo ad aspettarmi all'arrivo. Mi fermo e sento una gran fame e sete: bevo tutto d'un fiato 7 bicchieri di te e mangio un po' di frutta. Gara bellissima, emozionante, assolutamente da rifare, dura ma non durissima, e divertente come piace a me. Durante la gara ho pensato ai miei amici impegnati nel mezzo Ironman a Kaprun e mi favillavano in mente tante idee per il prossimo anno sportivo (Carlo mi odierà per questo). Il triathlon è passione, è determinazione, è un "ritrovarsi" nella fatica, è un viaggio, è soddisfazione. Per questo probabilmente preferiró le distanze un po' più lunghe rispetto agli sprint. Love your Life, love triathlon.
Anna R.
2 giri e un quarto del lago e poi via a prendere la bici pronti per i 3 giri attraverso paesini di montagna di cui non ricordo il nome, circondati dalla bellezza della natura. La bici riesco a gestirla molto bene nonostante i pochissimi allenamenti ai colli fatti durante l'inverno. Riesco anche a superare una ragazza della mia categoria che mi riprenderà al 6 km di corsa, ahi ahi. Non soffro particolarmente nonostante i 650 metri di dislivello positivo totali. Lo so che sembra impossibile, ma arrivata alla zona cambio non vedevo l'ora di correre in quello che sarebbe stato un piccolo trail. Corsa molto muscolare, in cui si alternano pezzi sterrati di vero trail nei boschi e salite in cemento. Io mi diverto e basta, cammino solo in un pezzo particolarmente ripido in mezzo al bosco per 150 metri in entrambi i due giri: solo gli stambecchi come Carlo riescono a farlo correndo! :D Arrivo alla fine col sorriso e trovo Carlo ad aspettarmi all'arrivo. Mi fermo e sento una gran fame e sete: bevo tutto d'un fiato 7 bicchieri di te e mangio un po' di frutta. Gara bellissima, emozionante, assolutamente da rifare, dura ma non durissima, e divertente come piace a me. Durante la gara ho pensato ai miei amici impegnati nel mezzo Ironman a Kaprun e mi favillavano in mente tante idee per il prossimo anno sportivo (Carlo mi odierà per questo). Il triathlon è passione, è determinazione, è un "ritrovarsi" nella fatica, è un viaggio, è soddisfazione. Per questo probabilmente preferiró le distanze un po' più lunghe rispetto agli sprint. Love your Life, love triathlon.
Anna R.
TRIATHLON SPRINT CITTA' DI VALMADRERA 27/08/2017
X-TERRA ITALY 30/07/2017
TRIATHLON OLIMPICO BRASIMONE 23/07/2017
Se a meno 2 settimane da un Iron ci sta bene un Olimpico…non si vede perché non introdurre a più 2 settimane un Olimpico di verifica condizione. La prima settimana post Iron faccio riposo (1 giorno), 1 nuoto simbolico di tecnica, 1 biciclettata agile e non l’avessi mai fatto una corsetta di 5km che pago per 3 giorni. Corsa zero! Per 2 settimane. Corsa zero. Questa è la regola dopo una maratona. La seconda settimana così faccio il primo nuoto “forte”, la prima bici con qualche minuto in spinta…e visto che si può, vado venerdì sera a Porto Viro a vedere come sto. Porto a casa un bell’8km fatti bene, con ingaggio totale globale coi runners veri nei primi 4, ma anche delle gambe piombate che metà basta cui si uniscono i soliti pesi devastanti del venerdì. A Brasimone però sono anni che voglio andare e ci vado. Il posto mi piace. Brullo e inutile quel tanto che basta. Il nulla in mezzo al niente. Da solo. Così va bene. Mentre nuoto sento le spalle urlare di dolore. Non so come vado, ma pur non spingendo faccio tanta fatica. Quando mi butto in bici, la prima outdoor dall’iron, la vedo veramente male. Si tratta di spingere sempre. 25km di discesa da pedalare, e 15km di salita a bassa pendenza, non nelle mie corde. Quando vedo le pale eoliche, le stesse che hanno contornato il nostro Iron, tiro un simbolico porco contro il vento, che davvero quest’anno non sopporto più. Mi passano in tanti (la gara è no draft) e ne passo pochissimi. L’Iron si fa sentire. Ho il cuore altissimo e se non rallento rischio di splafonare. E’ il normale effetto Iron: il cuore va alto alla prima fatica e sembra non fermarsi mai. Quando mi metto a correre la gamba è dura come poche volte la ho sentita e il passo viene a 4:10 e niente più. Dal quarto KM però, come a Porto Viro, le riserve finiscono. E’ una strana sensazione. Non sono “finito” da camminare, ma non riesco più a spingere. Corricchio a 4:20, 4:30, ci sono delle salitine fastidiose che rompono il ritmo…passo comunque persone e mi passa 1 solo. So di aver fatto una cosa che non va fatta scegliendo una gara ed un olimpico “duro”, l’ho fatta giusto perché altri olimpici non sapevo se sarei riuscito a farli, ma quando escono le classifiche quasi mi girano. In 50” ci sono i primi 5 M2…ed il quinto sono io. Ho preso 3 minuti a tutti in corsa eccetto quell’unico sorpasso di uno che veniva da dietro più forte di me. Detto questo di più non si poteva fare se non dando veramente tutto, ma come al solito non ne vale la pena. Siamo a Brasimone. Il nulla in mezzo al niente. L’amico Rocchi si fa un bell’olimpico in caldo anemico. Porta a casa un bel piazzamento prodromico di un buon 70.3. Ci facciamo una bella pasta con birra al pasta party (ottimo), mentre le docce con canna all’aria aperta sono un po’ da rivedere. Ma siamo a Brasimone, lago non esistente se non grazie ad una diga che trattiene le acque dell’omonimo torrente. Siamo in un posto che non esisteva, e a pensarci bene forse anche noi, in fondo, non siamo mai venuti qui. E se ci siamo stati…bhe…abbiamo pure sbagliato.
PS: all’arrivo scambio la parola col vincitore M4, che mi attacca bottone dicendo “oh come correvi”. Gli dico “piano…ho fatto un Iron 2 settimane fa”. Non l’avessi mai fatto. Merlatti è stato campione Italiano 2 volte M1. Una volta M2. Iron a Roth in 9:38. Iron a Nizza in 10:05. Kona in 10:18. Klagenfurt in 9:24. Si allena 45’ 6 giorni a settimana. Punto. Ha 55 anni e ne dimostra la metà. La prossima volta non accampo scuse Iron. Dico solo “ma va: sono scarso”.
Angelo B. T.
PS: all’arrivo scambio la parola col vincitore M4, che mi attacca bottone dicendo “oh come correvi”. Gli dico “piano…ho fatto un Iron 2 settimane fa”. Non l’avessi mai fatto. Merlatti è stato campione Italiano 2 volte M1. Una volta M2. Iron a Roth in 9:38. Iron a Nizza in 10:05. Kona in 10:18. Klagenfurt in 9:24. Si allena 45’ 6 giorni a settimana. Punto. Ha 55 anni e ne dimostra la metà. La prossima volta non accampo scuse Iron. Dico solo “ma va: sono scarso”.
Angelo B. T.
TRIATHLON SPRINT SILCA CUP - FARRA D'ALPAGO 23/07/2017
TRIATHLON SPRINT UDINE "INSIEME A GIANLUCA" 16/07/2017
IRONMAN FRANKFURT GERMANY 09/07/2017
Una lunga giornata di sport, con alti e bassi, con momenti di euforia e altri di difficoltà, una metafora della vita con lati positivi e altri negativi, ma noi Ironman le difficoltà le superiamo perchè abbiamo un sogno da raggiungere. Mi sono goduto gli ultimi metri di gara, ho cercato con lo sguardo gli amici, le persone più case in quei momenti, ho percorso 140,6 miglia nuotando, pedalando, correndo, ma soprattutto ho fatto un viaggio dentro di me. Che gioia, sto vivendo un momento bellissimo... la prima finish line non si scorda mai... sono Ironman!
Marco G.
Marco G.
E’ pieno il mondo di gente che sa perché facciamo le cose. Lo sanno loro meglio di te. Te lo spiegano ogni volta che ti incontrano che lo fai per questa e quest’altra ragione. Che di solito è molto simile alle loro, perché immaginano che se fossero ragioni diverse nasconderesti in quella ragione un malcelato senso di diversità. E invece siamo uguali vero? Il pensiero dominante ci impone di essere uguali. Diversi ma vestiti come le vetrine, con la barba lunga come i montanari ma solo perché ce l’ha il modello di turno, con le mani sempre sul cellulare e lo sguardo basso e la testa all’ultimo pensiero da postare, all’ultima foto da istagrammare, all’ultima grande impresa della nostra inutile esistenza da celebrare come se fosse una cosa grande, unica, ed irripetibile.
Siamo uguali perché non sentiamo quello che proviamo mentre lo facciamo, ma vediamo il mondo con gli occhi di chi potrebbe vederlo sul nostro stato di WA. E viviamo la nostra vita in funzione della sua postabilità e ci scordiamo di viverla davvero, perché magari è più noiosa di quello che ci avevano promesso, o che avevamo immaginato da ragazzi. E non capiamo se sia colpa nostra o è proprio la vita che è così. La mia, la tua, quella di tutti. E allora siamo uguali, perché siamo tutti un po’ disillusi, tutti un po’ traditi, tutti un po’ alla ricerca di unicità, e non capiamo la sostanziale incoerenza nella quale precipita la nostra vita nel momento in cui aneliamo la singolarità, e lo facciamo tutti e tutti insieme. Tutti e tutti insieme, alla rincorsa dell’unico vero senso, che un po’ ci dà noia che possa essere davvero come il tuo, ma un po’ ci rassicura e ci fa sentire meno soli. E poi vogliamo dirlo, dirlo al mondo, dirlo almeno al mio piccolo mondo, dirlo almeno a me stesso, se mi è concesso, e magari dirlo in modo da essere almeno da me compreso. Insomma io te lo dico, e visto che siamo uguali tu lo capisci. Tu mi capisci no? Si: lo faccio per questo. Ma tu lo sai prima di me: perché lo fai per la stessa ragione. Vero?
Il mio secondo Ironman inizia, si svolge, e si conclude al km 70 della mia bici, in leggera discesa, girata una curva a sinistra, dopo il secondo panino della giornata, ancora in piena competizione col mio orologio, e ben prima che arrivasse il muro della maratona. Dopo un’ora di nuoto non era successo nulla, stavo finalmente facendo quello che per 8 mesi ho preparato con maniacale precisione. Mi metto in bici e vedo come va. Poi smetto di pensarci, perché il momento arriva solo se non lo cerchi. La testa è una cosa strana, la memoria anche. Sembra che i pensieri, a mo di sinaptiche scariche elettriche, sfiorino parti del tuo intelletto che a seconda di dove arrivano si colorano di blu, di rosso o di giallo, ti fanno sentire caldo o freddo, ti riempiono di gioia o di malinconia. Loro girano, rimbalzano, si rincorrono finché non arrivano là dove dovevano arrivare e compiono il dovere che dovevano compiere. Altrimenti sono pensieri inutili, come la maggior parte di quelli che pensiamo. Ma ce ne sono alcuni che fanno esattamente quello che sono nati per fare: entrano per caso nella tua testa, fanno un po’ di giri caotici come una pallina d’argento in un flipper, che sembra caso ma solo per chi non vede il mondo con degli occhi quantici, un mondo in cui tutto ha senso ed è ordinato, pure l’apparente caos, e all’improvviso trac. Eccoci. Ciao: come stai?
E’ tutto l’anno che corro da solo ai Colli e arriva sempre il momento. E’ per quello che ci sono tornato ogni volta che ho potuto. Chissà cosa provano quelli che vedo in bici mentre io corro. Non lo so. Com’è che gli altri sanno sempre perché io lo faccio e io non so perché lo fanno loro. Proprio non lo so. Con la mia musica nelle orecchie e l’aria nei polmoni, qualche volta è una frase che sento per la prima volta o un angolo di strada che non avevo ancora notato. Ma il momento è arrivato sempre: ciao, come stai?
Io sto bene, almeno credo tu mi dica così. Sono nell’aria, nei fili d’erba, in quel fiore che sboccia nel suo primo Aprile di vita. Non sono quello che hai visto quel 27 ottobre, mentre andavi a nuotare, e non ci saresti più andato. Non ti preoccupare più. Non sono quello che non ti ha riconosciuto, o forse l’ho fatto ma non riuscivo a fartelo capire. Sono felice ora, e sto bene. Non mi manca nulla e quindi non ti preoccupare. Ma vienimi a trovare quando puoi. Sono alla fine della fatica, fatta la salita, girato l’angolo, al di là del colle, dopo la curva, in cima a quella nuvola, in quel verde coperto di verde, sotto quell’azzurro mischiato di bianco, con quel giallo caldo che sale e ti fa sudare. Sono in quella goccia che scende e ti rinfresca e quindi goditela, in quella discesa a perdifiato come quelle da bambino, sono quando all’improvviso mi trovi, finché lo farai.
Non me lo aspettavo sarebbe successo anche durante l’Iron, e invece al km 70 della mia bici, in leggera discesa, girata una curva a sinistra, dopo il secondo panino della giornata, mi sono ritrovato in un campo di grano giallo. Come l’oro, come il sole, come un fiore. E ti ho detto, con la solita lacrima confusa col sudore: come stai? Anche io sto bene, ti ho detto. Sono coi miei amici, DX venuto giusto per farci compagnia. Farci compagnia. Cosa poteva fare più di questo. Nella sua presenza c’è tutta la bellezza di uno come DX. E chi lo conosce sa cosa intendo. Marco è pieno di motivazioni tutte sue. Si vede ed è giusto che sia così. Alessandra
aveva un sacco da fare a casa, ma viene ed è delicata e presente come sempre. Luca…bhe…Luca è Luca. Mette via la bici e si sporca di olio, poi capita che lo faccio anche io e mi vedo la polo sporca e mi dico “non è possibile”; nel suo caos sa esattamente dove sia ogni cosa, molto meglio di quanto sappia io nel mio ordine. So cosa pensa e so che se parlo di regole, di sistema e di ordine lui si arrabbia. E mi piace farlo arrabbiare dicendo quello che so lo fa arrabbiare perché so quello che mi dirà e voglio sentirmelo dire come lo dice lui. Poi Luca è fatto anche che cade in bici e si rialza, e al posto di ritirarsi mi vede in crisi e si corre con me 15km di maratona e meno male che lo ha fatto, ma io l'Iron l’avevo già finito da qualche ora. Magari il prossimo lo faccio per quelle ragioni che vedi anche tu, per farlo forte o per farlo più forte, ma alla fine so che non riuscirei a fare una cosa per quello. Prende così tanto tempo della mia poca, residuale ed inutile esistenza che non posso non cercarci qualcosa di diverso. Ma siccome siamo uguali io so che è così anche per te, per te e anche per te. Avrai anche tu la tua ragione che ti fa sembrare tutto, per un attimo soltanto, sensato. Come quando la pallina d’argento del flipper becca la torre nel modo giusto e va tutto in tilt, come quando vedi un ragazzo e una ragazza che si guardano negli occhi e capisci che l’universo non li riguarda perché l’universo sono loro, come quando cerchi quel momento, proprio quello, in cui ti senti unico, irripetibile e ti dici che solo tu puoi sentire quella cosa, ma non vedi l’ora…non vedi letteralmente l’ora di dirlo a qualcuno che senta le cose come te. Come quando sudi in salita e cominci a correre in discesa dopo la Cingolina, e il sole illumina la chiesa, e le viti cominciano a crescere e sai che daranno il vino buono, e la campana comincia a suonare, e una signora che va alla messa ti guarda e ti sorride e tu senti dentro di te quel “ciao, come stai?”…e non puoi altro che
rispondere “sto bene, in questo istante sto bene, e così spero di te”.
Angelo B. T.
Siamo uguali perché non sentiamo quello che proviamo mentre lo facciamo, ma vediamo il mondo con gli occhi di chi potrebbe vederlo sul nostro stato di WA. E viviamo la nostra vita in funzione della sua postabilità e ci scordiamo di viverla davvero, perché magari è più noiosa di quello che ci avevano promesso, o che avevamo immaginato da ragazzi. E non capiamo se sia colpa nostra o è proprio la vita che è così. La mia, la tua, quella di tutti. E allora siamo uguali, perché siamo tutti un po’ disillusi, tutti un po’ traditi, tutti un po’ alla ricerca di unicità, e non capiamo la sostanziale incoerenza nella quale precipita la nostra vita nel momento in cui aneliamo la singolarità, e lo facciamo tutti e tutti insieme. Tutti e tutti insieme, alla rincorsa dell’unico vero senso, che un po’ ci dà noia che possa essere davvero come il tuo, ma un po’ ci rassicura e ci fa sentire meno soli. E poi vogliamo dirlo, dirlo al mondo, dirlo almeno al mio piccolo mondo, dirlo almeno a me stesso, se mi è concesso, e magari dirlo in modo da essere almeno da me compreso. Insomma io te lo dico, e visto che siamo uguali tu lo capisci. Tu mi capisci no? Si: lo faccio per questo. Ma tu lo sai prima di me: perché lo fai per la stessa ragione. Vero?
Il mio secondo Ironman inizia, si svolge, e si conclude al km 70 della mia bici, in leggera discesa, girata una curva a sinistra, dopo il secondo panino della giornata, ancora in piena competizione col mio orologio, e ben prima che arrivasse il muro della maratona. Dopo un’ora di nuoto non era successo nulla, stavo finalmente facendo quello che per 8 mesi ho preparato con maniacale precisione. Mi metto in bici e vedo come va. Poi smetto di pensarci, perché il momento arriva solo se non lo cerchi. La testa è una cosa strana, la memoria anche. Sembra che i pensieri, a mo di sinaptiche scariche elettriche, sfiorino parti del tuo intelletto che a seconda di dove arrivano si colorano di blu, di rosso o di giallo, ti fanno sentire caldo o freddo, ti riempiono di gioia o di malinconia. Loro girano, rimbalzano, si rincorrono finché non arrivano là dove dovevano arrivare e compiono il dovere che dovevano compiere. Altrimenti sono pensieri inutili, come la maggior parte di quelli che pensiamo. Ma ce ne sono alcuni che fanno esattamente quello che sono nati per fare: entrano per caso nella tua testa, fanno un po’ di giri caotici come una pallina d’argento in un flipper, che sembra caso ma solo per chi non vede il mondo con degli occhi quantici, un mondo in cui tutto ha senso ed è ordinato, pure l’apparente caos, e all’improvviso trac. Eccoci. Ciao: come stai?
E’ tutto l’anno che corro da solo ai Colli e arriva sempre il momento. E’ per quello che ci sono tornato ogni volta che ho potuto. Chissà cosa provano quelli che vedo in bici mentre io corro. Non lo so. Com’è che gli altri sanno sempre perché io lo faccio e io non so perché lo fanno loro. Proprio non lo so. Con la mia musica nelle orecchie e l’aria nei polmoni, qualche volta è una frase che sento per la prima volta o un angolo di strada che non avevo ancora notato. Ma il momento è arrivato sempre: ciao, come stai?
Io sto bene, almeno credo tu mi dica così. Sono nell’aria, nei fili d’erba, in quel fiore che sboccia nel suo primo Aprile di vita. Non sono quello che hai visto quel 27 ottobre, mentre andavi a nuotare, e non ci saresti più andato. Non ti preoccupare più. Non sono quello che non ti ha riconosciuto, o forse l’ho fatto ma non riuscivo a fartelo capire. Sono felice ora, e sto bene. Non mi manca nulla e quindi non ti preoccupare. Ma vienimi a trovare quando puoi. Sono alla fine della fatica, fatta la salita, girato l’angolo, al di là del colle, dopo la curva, in cima a quella nuvola, in quel verde coperto di verde, sotto quell’azzurro mischiato di bianco, con quel giallo caldo che sale e ti fa sudare. Sono in quella goccia che scende e ti rinfresca e quindi goditela, in quella discesa a perdifiato come quelle da bambino, sono quando all’improvviso mi trovi, finché lo farai.
Non me lo aspettavo sarebbe successo anche durante l’Iron, e invece al km 70 della mia bici, in leggera discesa, girata una curva a sinistra, dopo il secondo panino della giornata, mi sono ritrovato in un campo di grano giallo. Come l’oro, come il sole, come un fiore. E ti ho detto, con la solita lacrima confusa col sudore: come stai? Anche io sto bene, ti ho detto. Sono coi miei amici, DX venuto giusto per farci compagnia. Farci compagnia. Cosa poteva fare più di questo. Nella sua presenza c’è tutta la bellezza di uno come DX. E chi lo conosce sa cosa intendo. Marco è pieno di motivazioni tutte sue. Si vede ed è giusto che sia così. Alessandra
aveva un sacco da fare a casa, ma viene ed è delicata e presente come sempre. Luca…bhe…Luca è Luca. Mette via la bici e si sporca di olio, poi capita che lo faccio anche io e mi vedo la polo sporca e mi dico “non è possibile”; nel suo caos sa esattamente dove sia ogni cosa, molto meglio di quanto sappia io nel mio ordine. So cosa pensa e so che se parlo di regole, di sistema e di ordine lui si arrabbia. E mi piace farlo arrabbiare dicendo quello che so lo fa arrabbiare perché so quello che mi dirà e voglio sentirmelo dire come lo dice lui. Poi Luca è fatto anche che cade in bici e si rialza, e al posto di ritirarsi mi vede in crisi e si corre con me 15km di maratona e meno male che lo ha fatto, ma io l'Iron l’avevo già finito da qualche ora. Magari il prossimo lo faccio per quelle ragioni che vedi anche tu, per farlo forte o per farlo più forte, ma alla fine so che non riuscirei a fare una cosa per quello. Prende così tanto tempo della mia poca, residuale ed inutile esistenza che non posso non cercarci qualcosa di diverso. Ma siccome siamo uguali io so che è così anche per te, per te e anche per te. Avrai anche tu la tua ragione che ti fa sembrare tutto, per un attimo soltanto, sensato. Come quando la pallina d’argento del flipper becca la torre nel modo giusto e va tutto in tilt, come quando vedi un ragazzo e una ragazza che si guardano negli occhi e capisci che l’universo non li riguarda perché l’universo sono loro, come quando cerchi quel momento, proprio quello, in cui ti senti unico, irripetibile e ti dici che solo tu puoi sentire quella cosa, ma non vedi l’ora…non vedi letteralmente l’ora di dirlo a qualcuno che senta le cose come te. Come quando sudi in salita e cominci a correre in discesa dopo la Cingolina, e il sole illumina la chiesa, e le viti cominciano a crescere e sai che daranno il vino buono, e la campana comincia a suonare, e una signora che va alla messa ti guarda e ti sorride e tu senti dentro di te quel “ciao, come stai?”…e non puoi altro che
rispondere “sto bene, in questo istante sto bene, e così spero di te”.
Angelo B. T.
TRIATHLON SPRINT DI CARMIGNANO - LA TRIBALE 09/07/2017
Oggi grande divertimento nei campi gara per il Triathlon Sprint La Tribale, gara utilizzata insieme al coach Bellemo come allenamento, in compagnia di molti altri Delfini.
Ambiente totalmente immerso nella natura, nuoto 750m in un limpido laghetto di risorgiva, esco prima dall'acqua e mi affretto verso quelli che saranno 2 giri "veloci" di bici nei pressi di Carmignano.
Perso il gruppetto di punta composto da due triatlete del Marostica (che scendono dalla bici con 2 minuti di vantaggio) cerco di spingere sui pedali il più possibile per mantenere la posizione.
Scesa dalla bici trovo l'entusiasmo giusto per affrontare la corsa, tutta su sterrato. Incrocio il coach al terzo km che mi fa segno che ho solo un'avversaria davanti! Cambio marcia e in accelerazione taglio il traguardo seconda assoluta!
Fondamentale il tifo del resto della squadra e i consigli del coach (che ha concluso terzo di categoria). Bravi i giovani Delfini che con il caldo di oggi hanno stretto i denti fino alla fine. Giornata veramente da incorniciare in un oasi naturale di triathlon e divertimento! Ci vediamo a Farra D'Alpago sicuramente più carichi!
Alice M.
Ambiente totalmente immerso nella natura, nuoto 750m in un limpido laghetto di risorgiva, esco prima dall'acqua e mi affretto verso quelli che saranno 2 giri "veloci" di bici nei pressi di Carmignano.
Perso il gruppetto di punta composto da due triatlete del Marostica (che scendono dalla bici con 2 minuti di vantaggio) cerco di spingere sui pedali il più possibile per mantenere la posizione.
Scesa dalla bici trovo l'entusiasmo giusto per affrontare la corsa, tutta su sterrato. Incrocio il coach al terzo km che mi fa segno che ho solo un'avversaria davanti! Cambio marcia e in accelerazione taglio il traguardo seconda assoluta!
Fondamentale il tifo del resto della squadra e i consigli del coach (che ha concluso terzo di categoria). Bravi i giovani Delfini che con il caldo di oggi hanno stretto i denti fino alla fine. Giornata veramente da incorniciare in un oasi naturale di triathlon e divertimento! Ci vediamo a Farra D'Alpago sicuramente più carichi!
Alice M.
TRIATHLON SPRINT LE BANDIE DEGLI EROI 02/07/2017
Triathlon sprint mtb le Bandie
È stata una bella giornata molto lunga e molto faticosa. Il triathlon kids "le Bandie degli Eroi" si è svolto a Lovadina, nel Veneto, in un lago artificiale chiamato "le Bandie": è un posto stupendo! La mia gara si è svolta abbastanza bene: ho fatto un brutto nuoto (anche se è la mia specialità) classificandomi terzultimo, nel cambio tra il nuoto e la bici sono stato veloce e ho recuperato tre o quattro posizioni in più, nella bici ho recuperato moltissimo, invece nel cambio tra la bici e la corsa ho perso un po' di secondi perché la bici non entrava sotto il portabici e stavo rompendo le manopole delle marce e infine ho fatto una bella corsa con uno sprint in salita prima del traguardo. Mi sono piazzato ottavo su venti. Ho gareggiato assonnato perché è da una settimana che vado a letto alle 23.00 (la scuola è finita) e le mie gambe erano stanche, ma grazie al tifo della mia famiglia, di Claudia Sfriso (seconda di categoria), e del mitico Claudio Brustolin, .ho dato il massimo.. Complimenti anche alle sorelle Pagan (fortissime) e a mio fratello Pietro che pedala e corre come una gazzella!!. Il mio papà, anche se stanco dalla gara della scorsa domenica, ha battuto un sacco di avversari anche più giovani di lui. Vai Papi!!!
Un saluto a tutti i Delfini.
Nicholas B.
È stata una bella giornata molto lunga e molto faticosa. Il triathlon kids "le Bandie degli Eroi" si è svolto a Lovadina, nel Veneto, in un lago artificiale chiamato "le Bandie": è un posto stupendo! La mia gara si è svolta abbastanza bene: ho fatto un brutto nuoto (anche se è la mia specialità) classificandomi terzultimo, nel cambio tra il nuoto e la bici sono stato veloce e ho recuperato tre o quattro posizioni in più, nella bici ho recuperato moltissimo, invece nel cambio tra la bici e la corsa ho perso un po' di secondi perché la bici non entrava sotto il portabici e stavo rompendo le manopole delle marce e infine ho fatto una bella corsa con uno sprint in salita prima del traguardo. Mi sono piazzato ottavo su venti. Ho gareggiato assonnato perché è da una settimana che vado a letto alle 23.00 (la scuola è finita) e le mie gambe erano stanche, ma grazie al tifo della mia famiglia, di Claudia Sfriso (seconda di categoria), e del mitico Claudio Brustolin, .ho dato il massimo.. Complimenti anche alle sorelle Pagan (fortissime) e a mio fratello Pietro che pedala e corre come una gazzella!!. Il mio papà, anche se stanco dalla gara della scorsa domenica, ha battuto un sacco di avversari anche più giovani di lui. Vai Papi!!!
Un saluto a tutti i Delfini.
Nicholas B.
LEDROMAN TRIATHLON SPRINT 02/07/2017
IRONMAN AUSTRIA-KARNTEN 02/07/2017
IDROMAN K113 E OLIMPICO 25/06/2017
Abitudinario come sono da quando ho scoperto Idro non lo perdo dal 2013. 2 K113 ed un Olimpico fino ad ora. Quest’anno a 2 settimane prima dell’Iron tocca necessariamente Olimpico come richiamo di “velocità”. Come ai CI di 70.3 il clima è pessimo. Viene ritardata la partenza di 30 minuti causa pioggia torrenziale e quando danno l’OK ci chiediamo se siano matti o cosa. Si fidano delle previsioni che danno il peggio come passato. Ci buttiamo in acqua con le ultime gocce che scendono e mi pare il nuoto venga via bene. Presa la bici mi metto a pedalare sul mio quasi FV e quando vedo quello che era in teoria il primo M2 per rank passarmi in bici dopo qualche km mi dico che forse sto facendo bene. Salgo al mio passo che in salita non è male e con mia grande sorpresa vedo che nella discesa tecnica raccolgo parecchi passanti. Probabilmente è tutta gente con ruote in carbonio e si sente meno sicura di me, che tutto sono tranne che un buon discesista. Sul falsopiano dove di solito mi staccano me ne tolgo un paio dalla ruota e quando arrivo alla picchiata finale verso Crone sento di avere ancora gamba da spendere. Il brutto tempo è sicuramente un disagio, ma il fresco è sempre meglio del caldo, che consuma e rallenta tutti, ma alcuni sicuramente di più e credo di essere fra quelli. A bici buttata mi metto dietro uno che credo essere il primo M2. Ho 30 metri di distacco, corro sotto i 4 e non c’è verso di prenderlo. Vedo i km passare veloci, sto correndo il mio secondo olimpico della vita a meno di 4 al chilometro, ma quel tipo davanti a me non riesco proprio ad avvicinarlo. A un certo punto mollo…rallento quel tanto che mi consente di stare meno impiccato (anche perché la consegna non è sfruttare la forma, ma tenerla per altre 2 settimane), e vedo allontanarsi lentamente ma inesorabilmente questo tipo. All’arrivo gli chiedo “oh ma sei un M2?”…e quello mi fa “macchè…S4”. Penso un vaffa colossale e me la metto via che l’M2 chissà dove stava. Mi metto a tifare i compagni di squadra che stanno facendo una fatica bestia nel K113. Mik lancia la sfida a se stesso in un terreno per lui inusuale e gli fa onore. Alla fine arriva sfinito…ma nelle gare lunghe ci sta. Nel 2015 a Nibbiano mi sono attaccato a una flebo per di più mal messa e inutile (braccio gonfio invece di prendere la vena!). Siamo ben distanti dal flebo-recordman DX, che con Luca ricordiamo essersi attaccato almeno 3 o 4 volte da quando lo conosciamo. Il Bozz lo vedo correre benissimo e in spinta fino alla fine. Finalmente fa una gara in cui non si sfascia in bici e tira fuori una gran corsa. Mitica la Moscardo che non capisco come faccia a portare a casa un 70.3 con 2500 dsl la settimana dopo aver fatto la Sportful con 5000 dsl. Mostro. Io quando escono le classifiche non credo ai miei occhi: nella foga di seguire l’S4 ho passato il primo M2 e senza rendermene conto porto a casa un primo cat M2 a Idro che da solo, nel mio piccolo e visto il mio affetto per la gara, vale la mia piccola, inutile stagione di vecchio che continua ad allenarsi e a mettersi la calzamaglia attillata che manco Robin Hood…e almeno lui rubava ai ricchi per dare ai poveri. Noi manco quello. Il solito pensiero malinconico a DX che sappiamo essere in ripresa e di nuovo in bicicletta. Si dice che le salite stiano già fremendo al pensiero del suo ritorno…
Angelo B. T.
Angelo B. T.
IDROMAN K113 ALIVE IN HELL
Mai come quest’anno l’intitolazione della gara si addice alla realtà! Premessa più che doverosa prima di raccontare la nostra avventura.
Idroman per chi non lo conoscesse è il triathlon su distanza media più duro in Italia e forse d’Europa, tale da incutere tanto fascino quanto terrore, bene alle distanze classiche di un 70.3 si accompagna una caratteristica peculiare di questa gara ovvero 2600 mt di dislivello positivo nella frazione bike spalmati in 5 salite brutali da 500 con pendenze medie dal 5 al 9%. Altra premessa d’obbligo.
Al via io, Michele Bellemo, Francesca Moscardo e Davide Forcola, quest’ultimo dovrà rinunciare suo malgrado per un infortunio dell’ultima ora. A noi si aggiungono altri due pazzi Angelo Boscolo Todaro e Luca Griguolo che optano per la distanza olimpica. Per dover di cronaca nei 40km della bici dell’olimpico il dislivello è di quasi 1400, quindi gara tosta anche quella.
Il meteo previsto per il giorno della gara è pessimo, temporali forti con pioggia e grandine, difficoltà su difficoltà.
Sveglia alle ore 4,45 da un hotel a 10km dalla zona cambio, colazione leggera ma sostanziosa e subito verifica delle condizioni meteo. Cielo nuvoloso ma niente pioggia, forse oggi ce la caviamo. Per cui facciamo riscaldamento andando in bici verso la zona cambio. Appena sistemato tutto in zona cambio le condizioni meteo peggiorano sensibilmente, facciamo appena in tempo a provare l’acqua che come previsto, lampi tuoni e tanta pioggia. La partenza viene ritardata di 30 minuti intanto, ma c’è la possibilità che la gara sia annullata. Appena smette di piovere gli organizzatori con una buona dose di coraggio decidono di farci partire.
Partenza dall’acqua, siamo solamente in 150 ufficialmente a fare il medio ma non so quanti abbiano deciso di non partire. La prima frazione scorre abbastanza velocemente anche se stare in acqua per mezz’ora con lampi e tuoni non mi rende molto tranquillo.
T1 cambio velocissimo, mi stupisco di me stesso, di solito ci metto una vita!
Inizia la frazione più dura ma anche la più affascinante, primi km già in salita e sotto la pioggia. Per fortuna la pioggia è leggera rispetto alle previsioni, il problema sarà sicuramente l’asfalto bagnato nelle lunghe e tecniche discese. Imposto un ritmo regolare controllando di rimanere sempre sulla potenza programmata. La temperatura grazie alla pioggia è perfetta, mi idrato con regolarità e soprattutto mi alimento nei momenti programmati, mi aspettano quasi 4 ore di bici in cui non si può rischiare di rimanere senza benzina. Come previsto le discese fanno veramente paura, strade bagnate e sporche, molte curve e traffico parzialmente aperto. Decido saggiamente, come i miei compagni di avventura, di affrontarle con prudenza. Vogliamo portare a casa la pelle!! Gli 85 km di bici sono interminabili, si alterna pioggia a sole, caldo e freddo, asfalto asciutto e bagnato, condizioni di ancora maggiore difficoltà. Si pedala sempre con regolarità tenendo sempre sotto controllo il wattaggio.
Finalmente arrivo al T2! Gran sospiro di sollievo per essere sempre rimasto in piedi.
Ora arriva il bello! Inizio a correre non troppo forte per avere già un primo riscontro sulla situazione delle gambe, di primo impatto le sensazioni sono buone, le gambe girano bene e le sento stranamente “leggere”. Allora decido di aumentare il ritmo senza esagerare e senza far salire troppo il cuore. Nel frattempo inizia nuovamente a piovere ma questa volta è un bene!! Decido saggiamente di idratarmi ad ogni ristoro e di spalmarmi due gel nei 4 giri che mi aspettano, questo mi permetterà di non avere mai cali di zuccheri. Il percorso è abbastanza duro, sali scendi continui, tratti in sterrato, veramente muscolare. In ogni caso continuo a correre con regolarità e con mia soddisfazione supero diversi atleti che vedo molto affaticati, probabilmente hanno esagerato in bici. Io invece seguendo le sagge indicazioni del coach Bellemo, facendo una bici regolare e controllata, ora mi ritrovo ancora le gambe buone per correre bene. Ad ogni giro trovo anche l’incitamento del compagno di squadra Angelo, che ha finito poco prima la sua gara su distanza olimpica, sarà un ulteriore stimolo a fare bene. Grazie Angelo!
Finalmente arriva l’ultimo giro, ormai è fatta! L’ultimo km cerco di aumentare leggermente per recuperare qualche altra posizione. Supero la finish line e controllo il tempo sotto le 6 ore, penso di aver fatto una grande gara! 10 minuti limati dall’anno scorso e soprattutto una corsa dopo la bici fatta bene, grazie coach Bellemo per le tue preziose indicazioni! Questa prestazione è anche merito tuo.
Qualche minuto prima di me era arrivato Michele e appena taglio il traguardo lo vedo steso per terra circondato da infermieri che subito lo portano in infermeria! Per fortuna tutto si risolve con una flebo e tanto spavento anche da parte mia! Aveva dato tutto e aveva finito la benzina. Complimenti anche a lui che al secondo medio in carriera finisce Idro k113 sotto le 6 ore, prestazione notevole.
Complimenti anche a Francesca che nonostante poco allenamento in corsa è finisher anche lei.
Molto prima di noi avevano concluso la prova su distanza olimpica Luca e Angelo. Super complimenti ad Angelo che conquista il primo posto di categoria, grande Angelo quest’anno non ti ferma nessuno.
Alessandro B.
Mai come quest’anno l’intitolazione della gara si addice alla realtà! Premessa più che doverosa prima di raccontare la nostra avventura.
Idroman per chi non lo conoscesse è il triathlon su distanza media più duro in Italia e forse d’Europa, tale da incutere tanto fascino quanto terrore, bene alle distanze classiche di un 70.3 si accompagna una caratteristica peculiare di questa gara ovvero 2600 mt di dislivello positivo nella frazione bike spalmati in 5 salite brutali da 500 con pendenze medie dal 5 al 9%. Altra premessa d’obbligo.
Al via io, Michele Bellemo, Francesca Moscardo e Davide Forcola, quest’ultimo dovrà rinunciare suo malgrado per un infortunio dell’ultima ora. A noi si aggiungono altri due pazzi Angelo Boscolo Todaro e Luca Griguolo che optano per la distanza olimpica. Per dover di cronaca nei 40km della bici dell’olimpico il dislivello è di quasi 1400, quindi gara tosta anche quella.
Il meteo previsto per il giorno della gara è pessimo, temporali forti con pioggia e grandine, difficoltà su difficoltà.
Sveglia alle ore 4,45 da un hotel a 10km dalla zona cambio, colazione leggera ma sostanziosa e subito verifica delle condizioni meteo. Cielo nuvoloso ma niente pioggia, forse oggi ce la caviamo. Per cui facciamo riscaldamento andando in bici verso la zona cambio. Appena sistemato tutto in zona cambio le condizioni meteo peggiorano sensibilmente, facciamo appena in tempo a provare l’acqua che come previsto, lampi tuoni e tanta pioggia. La partenza viene ritardata di 30 minuti intanto, ma c’è la possibilità che la gara sia annullata. Appena smette di piovere gli organizzatori con una buona dose di coraggio decidono di farci partire.
Partenza dall’acqua, siamo solamente in 150 ufficialmente a fare il medio ma non so quanti abbiano deciso di non partire. La prima frazione scorre abbastanza velocemente anche se stare in acqua per mezz’ora con lampi e tuoni non mi rende molto tranquillo.
T1 cambio velocissimo, mi stupisco di me stesso, di solito ci metto una vita!
Inizia la frazione più dura ma anche la più affascinante, primi km già in salita e sotto la pioggia. Per fortuna la pioggia è leggera rispetto alle previsioni, il problema sarà sicuramente l’asfalto bagnato nelle lunghe e tecniche discese. Imposto un ritmo regolare controllando di rimanere sempre sulla potenza programmata. La temperatura grazie alla pioggia è perfetta, mi idrato con regolarità e soprattutto mi alimento nei momenti programmati, mi aspettano quasi 4 ore di bici in cui non si può rischiare di rimanere senza benzina. Come previsto le discese fanno veramente paura, strade bagnate e sporche, molte curve e traffico parzialmente aperto. Decido saggiamente, come i miei compagni di avventura, di affrontarle con prudenza. Vogliamo portare a casa la pelle!! Gli 85 km di bici sono interminabili, si alterna pioggia a sole, caldo e freddo, asfalto asciutto e bagnato, condizioni di ancora maggiore difficoltà. Si pedala sempre con regolarità tenendo sempre sotto controllo il wattaggio.
Finalmente arrivo al T2! Gran sospiro di sollievo per essere sempre rimasto in piedi.
Ora arriva il bello! Inizio a correre non troppo forte per avere già un primo riscontro sulla situazione delle gambe, di primo impatto le sensazioni sono buone, le gambe girano bene e le sento stranamente “leggere”. Allora decido di aumentare il ritmo senza esagerare e senza far salire troppo il cuore. Nel frattempo inizia nuovamente a piovere ma questa volta è un bene!! Decido saggiamente di idratarmi ad ogni ristoro e di spalmarmi due gel nei 4 giri che mi aspettano, questo mi permetterà di non avere mai cali di zuccheri. Il percorso è abbastanza duro, sali scendi continui, tratti in sterrato, veramente muscolare. In ogni caso continuo a correre con regolarità e con mia soddisfazione supero diversi atleti che vedo molto affaticati, probabilmente hanno esagerato in bici. Io invece seguendo le sagge indicazioni del coach Bellemo, facendo una bici regolare e controllata, ora mi ritrovo ancora le gambe buone per correre bene. Ad ogni giro trovo anche l’incitamento del compagno di squadra Angelo, che ha finito poco prima la sua gara su distanza olimpica, sarà un ulteriore stimolo a fare bene. Grazie Angelo!
Finalmente arriva l’ultimo giro, ormai è fatta! L’ultimo km cerco di aumentare leggermente per recuperare qualche altra posizione. Supero la finish line e controllo il tempo sotto le 6 ore, penso di aver fatto una grande gara! 10 minuti limati dall’anno scorso e soprattutto una corsa dopo la bici fatta bene, grazie coach Bellemo per le tue preziose indicazioni! Questa prestazione è anche merito tuo.
Qualche minuto prima di me era arrivato Michele e appena taglio il traguardo lo vedo steso per terra circondato da infermieri che subito lo portano in infermeria! Per fortuna tutto si risolve con una flebo e tanto spavento anche da parte mia! Aveva dato tutto e aveva finito la benzina. Complimenti anche a lui che al secondo medio in carriera finisce Idro k113 sotto le 6 ore, prestazione notevole.
Complimenti anche a Francesca che nonostante poco allenamento in corsa è finisher anche lei.
Molto prima di noi avevano concluso la prova su distanza olimpica Luca e Angelo. Super complimenti ad Angelo che conquista il primo posto di categoria, grande Angelo quest’anno non ti ferma nessuno.
Alessandro B.
AQUATHLON CLASSICO DI CHIOGGIA 17/06/2017
TRIATHLON SUPERSPRINT VITTORIO VENETO 11/06/2017
La giornata è cominciata alle 6.00. Siamo partiti per andare a Vittorio Veneto. Arrivati al parcheggio del centro sportivo, dopo avere scaricato le bici, abbiamo fatto colazione al bar. Poco dopo il papà ha iniziato la sua gara e questo mi ha caricato molto. Era molto stanco anche perché il giorno prima aveva gareggiato a Bardolino. Dopo questa gara io e mio fratello abbiamo posizionato le bici in zona cambio. Alle 13 è partito Nicholas e nel vederlo mi è cresciuta la voglia di gareggiare meglio che potevo. Un'oretta dopo è toccato a me: nel nuoto sono andato molto veloce uscendo tra i primi, poi però, in zona cambio mi sono confuso a trovare la mia bici e lì ho perso alcune posizioni. Dopo con la bicicletta sono andato molto forte recuperando il tempo perduto. Dopo la bici ho corso con tutte le energie che avevo ancora a disposizione. Poco prima dell'arrivo un mio avversario ha cercato di superarmi ma accelerando troppo presto ha ceduto prima del traguardo così sono arrivato quinto a braccia alzate! Ho tenuto duro fino alla fine è questo mi ha dato tanta felicità perché ho resistito alla fatica senza ritirarmi. Alle premiazioni, sul podio ho provato l'emozione e la gioia di avere ottenuto un bel risultato. La mia famiglia era felice di vedermi felice.
Sabato prossimo, all'aquathlon di Sottomarina, ci riproverò a fare un buon risultato. Ciao
Pietro B.
Sabato prossimo, all'aquathlon di Sottomarina, ci riproverò a fare un buon risultato. Ciao
Pietro B.
34° TRIATHLON INTERNAZIONALE BARDOLINO 10/06/2017
CAMPIONATO ITALIANO TRIATHLON MEDIO LOVERE 04/06/2017
Come nel 2014, anno del primo Iron, a meno 5 settimane ci sta bene un 70.3 di verifica. Manco a farlo apposta i Campionati Italiani sulla mezza distanza cascano il 4 giugno, indi l’iscrizione scatta stranamente per tempo invece che al solito ultimo giorno utile. Partenza da casa con famiglia appresso (la prima trigara in 15 anni non è male) e arrivo a Rovetta sopra Lovere alle 21 di sabato. Luca alloggia anche lui a Rovetta ma in altro albergo. Marco a Bussico e Rocchi a Costa Volpino. Delfini sparsi insomma in attesa di ritrovarsi in campo gara. Per cena un bel riso con rape e acqua di rose (bho). Buonissimo! Luca la solita pasta bianca (ribho). Un pensiero fugace a DX che quest’anno si dedica alla lettura (delle sue cartelle cliniche). Forza DX che ci manchi. La mattina dopo sistemazione bici in ZC ricavata da un campetto di calcetto. Partono le donne e gli M vecchi alle 7:45. Alle 7:55 io e a seguire altre 2 batterie da 200 persone l’una. Ancora effetto panico tipo Alpe che mi fa capire 2 cose: comincio a diventare troppo vecchio per il caos (dove caos è il terzo contatto in acqua) e ho decisamente bisogno di scaldarmi prima di partire. Alla terza botta e prima di trovarmi in apnea mi fermo, mi giro, faccio buoni 50 metri contro flusso e quando l’orda si dirada mi butto tutto largo. Avrò perso 2 minuti ma ho salvato la pelle e mi metto finalmente tranquillo a nuotare. A giudicare da quanti ne vedo scorrere c’è parecchia gente che crede che un 70.3 finisca dopo 300 metri di nuoto. Guadagno la T1 con calma, tolgo la muta (non sono un fulmine), metto maglia bici…visto che sta raffreddando e comincia a…PIOVERE. Primi 8km di raccordo, mi passa Franzoso come tutti i TT puri e comincia la prima salita di 5,5 km per 600 dsl. La gente in TT rallenta e ne passo un po’. Le TT sono la minoranza. Quasi tutti in BDC con prolunghe. Alla discesa comincia il bello: piove “della grossa” e al terzo tornante vado dritto perché pur frenando le ruote tirano su troppa acqua. Io come tutti scendiamo a quel punto a passo d’uomo o quasi. Parecchi si asfaltano. Incrocio prima Luca, seguito da Marco e un po’ dopo Rocchi, al suo esordio nella Long Distance. 15 km verso Sarnico e le strade sono TORRENTI. A tratti passi in 10cm di acqua per terra. Via gli occhiali per vedere. Acquaplaning alla grande. Scravasso estivo da manuale! La gente si guarda in giro un po’ stranita della serie “cosa ci sto a fare qua…” ma io come loro pedaliamo nella bufera anche un po’ divertiti. Unico pericolo vero è che non vedi sotto l’acqua e se prendi tombini o buche sono disastri. Ritorno da Sarnico smette un po’ di piovere. Dopo 25 km si ritorna alla salita e la si rifà completa. Mi avranno passato in 30 negli ultimi 2 km prima della salita e al secondo tornante li passo tutti. Per fortuna che in salita mi riposo. D’altro canto in posizione crono faccio una fatica bestia e vedo questi qua sfrecciarmi accanto come niente fosse. Niente da fare. Altro sport. A quel punto solo discesa e gli 8 di trasferimento fino a Lovere. Comincio la corsa e smette di piovere. 5 giri (attenzione 5 giri!) da 4km e qualcosa per 20 totali. Mi piazzo su quello che credo essere il mio fm del momento e vado fra 4:15 e 4:20 i primi 15km. Intanto il sole è bello forte e caldo e penso una banalità: meno male che in bici pioveva perché sotto sto sole dalle 8 ci beccavamo una biscottata clamorosa. Sempre meglio il fresco del caldo. Al decimo riprendo Franzoso…praticamente ho fatto la gara con lui…incrocio Luca che vedo molto bene, davanti a un Rocchi che passo mentre è in preda ai crampi e a un Gramolelli che vedo andare bello tranquillo e sereno. Prevedo per lui un grandissimo Iron. Aumento gli ultimi 2km tanto per arrivare bello stanco. Primo arrivo con figli che sprintano (e mi battono) da classica-foto-triatleta-con-famiglia-annessa. Luca il fisico SBAGLIA a contare i giri…così si fa l’ultimo da DSQ dopo aver parlato con la giuria. Il suo tempo virtuale è un 5:23 ca. Poi Rocchi che supera i crampi e conclude la sua prima endurance. I crampi è quasi più facile averli che non averli (soprattutto se sei muscolato), e vanno superati. Bravo Rocchi. Poi Marco che arriva con serenità e senza apparente fatica. L’uomo ha parecchia tempra, ma non lo dà a vedere. E anche molta più voglia di scoperta di chi oramai vede ripetersi le cose sempre un po’ uguali a se stesse. Evitato il pasta party come al solito ci cacciamo in un baretto lungolago e con piadina e doppia birra si festeggia la bella gara, la pioggia, l’acqua e il sole…e visto che una ragazza mi ha chiesto dove stava la ZC perché doveva recuperare le cose del marito caduto in bici…anche l’integrità fisica mantenuta. Altro pensiero fugace a DX, che è in montagna a portare la sua bici a fare un giro all’aria aperta, visto che di usarla sono mesi che non se ne parla. FORZA DX SIAMO TUTTI CON TE, ma forse la Specialissima porta sfiga!
Angelo B. T.
Angelo B. T.
TRIATHLON SPRINT PERSICETO 02/06/2017
LE BANDIE TRIATHLON OLIMPICO - LOVADINA 28/05/2017
Domenica 28 maggio la sveglia suonò alle 8.00, anche se stanco dalla giornata di gare nuoto a Caldiero (VR) della giornata precedente, mi tirai su dal letto, colazione abbondante, integratori, borsa pronta dalla sera prima. Uscendo di casa, guardai il sole e pensai: “Dai che quest’anno non ci prendiamo la pioggia dell’anno scorso”. Infilai la bici in auto, rigorosamente già con la ruota anteriore montata per evitare spiacevoli inconvenienti e via, destinazione Lago le Bandie di Lovadina.
Arrivato in parcheggio dell’hotel mi sono diretto a piedi verso i gazebo degli organizzatori e notai che la zona cambio era ancora semivuota e non si vedeva nessun altro Delfino, eh già, solo 5 iscritti, che brutto!!! Ma ci fu un'altra vista che mi impaurì molto, il traguardo era tutto in salita e i 10 km di corsa erano spalmati su due giri da 5 km, quindi per due volte bisognava affrontare una pendenza non indifferente. Dopo aver ritirato pacco gara e busta tecnica, prima di dirigermi verso la zona cambio, dovevo fare ancora una prova: mi sono messo le scarpe e cominciai a correre. Si esatto!!! Mi ero iscritto alla gara con la consapevolezza che probabilmente non sarei riuscito a correre nell’ultima frazione, colpa della mezza maratona di Padova e dello sprint di Fumane che mi hanno portato ad avere numerose contratture alle gambe e molto dolore. Ho corso per circa un chilometro lungo la strada, era un mese che non correvo a piedi, nessun dolore, stupendo!
Muta facoltativa, acqua a 19°, ho scelto di metterla aspettando comunque gli ultimi minuti utili per chiuderla, il sole batteva forte ormai e faceva un gran caldo, la gente quasi si scioglieva. Come da pronostico, sono partito in ultima batteria, e da esperto nuotatore (più che da buon triatleta) ho messo in atto sempre la stessa tattica, collaudata nelle gare precedenti: “vedo quello davanti a me, lo vado a prendere e lo passo, punto subito quello dopo e lo attacco, e così via”. In questo modo, oltre che divertirmi, ho la possibilità di superare fin dall’inizio un gran numero di atleti, inoltre possono diventare molto utili come “treni veloci” nella frazione in bici successiva, nel caso sia più dura del previsto. Uscendo dall’acqua buttai un occhio sul mio Garmin che segnò 21 minuti, non male anche se solo successivamente scoprii di aver chiuso in 23 minuti, probabilmente le gare della giornata precedente si erano fatte sentire più di quel che credevo.
Dopo un cambio non così veloce mi accodai ad altri 2 atleti con pettorale molto più basso del mio, un 34 e un 72. Ma che ci facevano ancora là se sono partiti nella batteria prima della mia? In bici andavano come aerei, mi disposi “a ruota” e dopo qualche chilometro vedemmo un bel gruppo davanti a noi… qualche occhiata, nessuna parola e decidemmo di provare ad agganciarli dandoci il cambio ogni 200 metri circa, presi! Boia che gruppo!!! 30 pazzi che andavano a 45/47 orari, che emozione! Ma la cosa che mi ha stupito più di tutte è che io ero lì con loro, sebbene quell’andatura con medie così alte ancora non mi appartenevano, ma non volevo cedere e non ho ceduto fino alla fine dei 40 km, anche quando scalavamo le salite dei cavalcavia io ero lì con loro, merito anche degli allenamenti per i colli con il mio vecchio la domenica mattina.
Arrivando in zona cambio, sfilai i piedi dalle scarpe che decisi di lasciarle sui pedali per velocizzare il cambio; nel frattempo apparve sul contachilometri: 39 km in un’ora e 2 minuti…fantastico…grazie papà. Dopo un buon T2, cominciai la corsa, ed ecco che arrivò la vera fatica: la corsa era assai dura, faceva caldo, per fortuna nel boschetto del lago si sentivano a tratti delle zone “fresche”, ma stavo crollando. Mentre arrancavo, ricordavo quanto erano belli gli ultimi 10 km della mezza di Padova a 4’20” di media, mentre non riuscivo a scendere sotto i 5 minuti al km, la mancanza di allenamento aveva fatto la differenza, in totale mi rimontarono una ventina di atleti. Bravi loro che sono riusciti a tenere fino alla fine. Il colpo di grazia mi arrivò con la salita appena prima dell’arrivo, una volta passato mi son fatto perfino aiutare per togliere il chip e mi buttai nell’erba, per fortuna era finita. Alla fine chiusi in 2 ore e 22 minuti, sfinito ma felice.
Dopo essermi lavato e mangiato, tornai verso la zona cambio, in discesa finalmente, a riprendermi la mia compagna di giochi. Caricai il tutto e mi avviai verso casa.
Nel complesso, ottima l’organizzazione della gara (docce gelide a parte), percorso ben segnalato e con assistenza praticamente ovunque. Ora attendo Bardolino, sperando di ottimizzare la condizione della corsa e possibilmente con un clima un po’ più fresco, e magari qualche Delfino in più.
Andrea R.
Arrivato in parcheggio dell’hotel mi sono diretto a piedi verso i gazebo degli organizzatori e notai che la zona cambio era ancora semivuota e non si vedeva nessun altro Delfino, eh già, solo 5 iscritti, che brutto!!! Ma ci fu un'altra vista che mi impaurì molto, il traguardo era tutto in salita e i 10 km di corsa erano spalmati su due giri da 5 km, quindi per due volte bisognava affrontare una pendenza non indifferente. Dopo aver ritirato pacco gara e busta tecnica, prima di dirigermi verso la zona cambio, dovevo fare ancora una prova: mi sono messo le scarpe e cominciai a correre. Si esatto!!! Mi ero iscritto alla gara con la consapevolezza che probabilmente non sarei riuscito a correre nell’ultima frazione, colpa della mezza maratona di Padova e dello sprint di Fumane che mi hanno portato ad avere numerose contratture alle gambe e molto dolore. Ho corso per circa un chilometro lungo la strada, era un mese che non correvo a piedi, nessun dolore, stupendo!
Muta facoltativa, acqua a 19°, ho scelto di metterla aspettando comunque gli ultimi minuti utili per chiuderla, il sole batteva forte ormai e faceva un gran caldo, la gente quasi si scioglieva. Come da pronostico, sono partito in ultima batteria, e da esperto nuotatore (più che da buon triatleta) ho messo in atto sempre la stessa tattica, collaudata nelle gare precedenti: “vedo quello davanti a me, lo vado a prendere e lo passo, punto subito quello dopo e lo attacco, e così via”. In questo modo, oltre che divertirmi, ho la possibilità di superare fin dall’inizio un gran numero di atleti, inoltre possono diventare molto utili come “treni veloci” nella frazione in bici successiva, nel caso sia più dura del previsto. Uscendo dall’acqua buttai un occhio sul mio Garmin che segnò 21 minuti, non male anche se solo successivamente scoprii di aver chiuso in 23 minuti, probabilmente le gare della giornata precedente si erano fatte sentire più di quel che credevo.
Dopo un cambio non così veloce mi accodai ad altri 2 atleti con pettorale molto più basso del mio, un 34 e un 72. Ma che ci facevano ancora là se sono partiti nella batteria prima della mia? In bici andavano come aerei, mi disposi “a ruota” e dopo qualche chilometro vedemmo un bel gruppo davanti a noi… qualche occhiata, nessuna parola e decidemmo di provare ad agganciarli dandoci il cambio ogni 200 metri circa, presi! Boia che gruppo!!! 30 pazzi che andavano a 45/47 orari, che emozione! Ma la cosa che mi ha stupito più di tutte è che io ero lì con loro, sebbene quell’andatura con medie così alte ancora non mi appartenevano, ma non volevo cedere e non ho ceduto fino alla fine dei 40 km, anche quando scalavamo le salite dei cavalcavia io ero lì con loro, merito anche degli allenamenti per i colli con il mio vecchio la domenica mattina.
Arrivando in zona cambio, sfilai i piedi dalle scarpe che decisi di lasciarle sui pedali per velocizzare il cambio; nel frattempo apparve sul contachilometri: 39 km in un’ora e 2 minuti…fantastico…grazie papà. Dopo un buon T2, cominciai la corsa, ed ecco che arrivò la vera fatica: la corsa era assai dura, faceva caldo, per fortuna nel boschetto del lago si sentivano a tratti delle zone “fresche”, ma stavo crollando. Mentre arrancavo, ricordavo quanto erano belli gli ultimi 10 km della mezza di Padova a 4’20” di media, mentre non riuscivo a scendere sotto i 5 minuti al km, la mancanza di allenamento aveva fatto la differenza, in totale mi rimontarono una ventina di atleti. Bravi loro che sono riusciti a tenere fino alla fine. Il colpo di grazia mi arrivò con la salita appena prima dell’arrivo, una volta passato mi son fatto perfino aiutare per togliere il chip e mi buttai nell’erba, per fortuna era finita. Alla fine chiusi in 2 ore e 22 minuti, sfinito ma felice.
Dopo essermi lavato e mangiato, tornai verso la zona cambio, in discesa finalmente, a riprendermi la mia compagna di giochi. Caricai il tutto e mi avviai verso casa.
Nel complesso, ottima l’organizzazione della gara (docce gelide a parte), percorso ben segnalato e con assistenza praticamente ovunque. Ora attendo Bardolino, sperando di ottimizzare la condizione della corsa e possibilmente con un clima un po’ più fresco, e magari qualche Delfino in più.
Andrea R.
Primo Flop stagionale in una gara abbastanza importante visto che si trattava di campionato regionale specialità olimpica. Sprint super hot di Caorle 7 giorni prima, bronchite con febbre il venerdì, caldo umidissimo il giorno della gara: un bel mix di fattori che peseranno sul risultato finale. Nuoto ragionato (progressione efficace), bici sfigata, dispendiosa e spompata con tanto di caduta a 1km dalla zc, corsa agonica ante mortem... pseudo collasso post traguardo e un bel calcio nel sedere dagli M1 che mi precedono e mi scalzano dal podio. Sorte peggiore per DORIA che opta per il ritiro durante frazione bici (non è giornata), un po' meno peggio per Bozzato che comunque si porta a casa una bella biscottata... Bene invece per Rasi che scala il Rank.. ZENNARO, vittima della prima frazione, recupera in seconda e mantiene in terza...
Per quel che mi riguarda giornata da archiviare, ci stava un bel ritiro o meglio un DNS (did not start), ma ormai è fatta, per lo meno alcuni punticini per la coppa Veneto.. Adesso rigenerazione e ritorno in forma in previsione di Bardolino.
Michele B.
Per quel che mi riguarda giornata da archiviare, ci stava un bel ritiro o meglio un DNS (did not start), ma ormai è fatta, per lo meno alcuni punticini per la coppa Veneto.. Adesso rigenerazione e ritorno in forma in previsione di Bardolino.
Michele B.
2° AQUATHLON SUPERSPRINT CITTA' DI ROVIGO 28/05/2017
TRIATHLON SPRINT DI CAORLE 21/05/2017
5° TRIATHLON SPRINT CITTA' DI ODERZO 21/05/2017
1° Triathlon… che dire, perfetto! Tutte le condizioni erano a favore: bel tempo, abbastanza caldo per non usare la muta (anche se lo si è pagato in corsa!!), non troppo vento per la frazione di bici.
Sono riuscita a fare i cambi senza dimenticare nulla e in poco tempo, considerando i miei tempi biblici in fase di relax!
Prima frazione: il nuoto… tutto liscio senza intoppi e con estrema naturalezza; sono riuscita ad uscire quando ancora la metà era in vasca… prendo la bici e trovo subito 2 ragazze già esperte che hanno fatto in modo che mi mettessi in scia con loro e quindi il primo giro è stato guadagnato! Ad una ripartenza le ho perse, ma pazienza… il secondo giro l’ho fatto da sola e tranne verso la fine che ho iniziato a sentire un po’ la stanchezza, sono riuscita a tenere una velocità costante.
Arrivo all’ultimo cambio più o meno assieme a Claudia che mi aspetta e partiamo assieme per la corsa. Ancora affannata saliamo sull’argine e lì veramente dopo la tirata a nuoto, ma soprattutto in bici, il sole cocente delle ore 15.00 mi ha dato davvero alcune difficoltà… soprattutto al primo giro; al secondo ho iniziato a recuperare, ma ho continuato fino alla fine con un ritmo medio: né veloce, né lento… in modo da non fermarmi.
L’arrivo è stato una grandissima soddisfazione, soprattutto per il risultato di 1h 23, ben al di sopra delle mie aspettative!!
Certo, in corsa con il senno di poi, potevo soffrire un po’ di più, e diminuire il tempo di un paio di minuti… ma va più che bene così! E’ stato tutto come desideravo, se non di più! Sicuramente la mia serenità nell’affrontare questa mia prima gara mi ha aiutata molto. Cosa non meno importante, posso dire che oltre alla competizione, ho trovato anche umiltà, e non solo da chi fa parte della tua stessa squadra.
Fiordaliso T.
Sono riuscita a fare i cambi senza dimenticare nulla e in poco tempo, considerando i miei tempi biblici in fase di relax!
Prima frazione: il nuoto… tutto liscio senza intoppi e con estrema naturalezza; sono riuscita ad uscire quando ancora la metà era in vasca… prendo la bici e trovo subito 2 ragazze già esperte che hanno fatto in modo che mi mettessi in scia con loro e quindi il primo giro è stato guadagnato! Ad una ripartenza le ho perse, ma pazienza… il secondo giro l’ho fatto da sola e tranne verso la fine che ho iniziato a sentire un po’ la stanchezza, sono riuscita a tenere una velocità costante.
Arrivo all’ultimo cambio più o meno assieme a Claudia che mi aspetta e partiamo assieme per la corsa. Ancora affannata saliamo sull’argine e lì veramente dopo la tirata a nuoto, ma soprattutto in bici, il sole cocente delle ore 15.00 mi ha dato davvero alcune difficoltà… soprattutto al primo giro; al secondo ho iniziato a recuperare, ma ho continuato fino alla fine con un ritmo medio: né veloce, né lento… in modo da non fermarmi.
L’arrivo è stato una grandissima soddisfazione, soprattutto per il risultato di 1h 23, ben al di sopra delle mie aspettative!!
Certo, in corsa con il senno di poi, potevo soffrire un po’ di più, e diminuire il tempo di un paio di minuti… ma va più che bene così! E’ stato tutto come desideravo, se non di più! Sicuramente la mia serenità nell’affrontare questa mia prima gara mi ha aiutata molto. Cosa non meno importante, posso dire che oltre alla competizione, ho trovato anche umiltà, e non solo da chi fa parte della tua stessa squadra.
Fiordaliso T.
TRIATHLON OLIMPICO NO DRAFT BARBERINO DEL MUGELLO 14/05/2017
Come prima gara stagionale ne ho scelto una non proprio facile, il triathlon olimpico di Barberino del Mugello, gara no draft con 650 mt di dislivello sul percorso bike, ondulato e sterrato il percorso run. Forse sarà per questo che della Delfino ci sono io e il buon Rocchi…
Comunque dopo aver perso più tempo del dovuto per ritirare pacco gara e busta tecnica, ci sistemiamo la bici in zona cambio pronti per andare a provare l’acqua.
Lo start è fissato alle ore 11, 3 batterie uomini più una donne, io e Rocchi siamo in prima batteria. Alle 11 spaccate suona la tromba e si parte. Scelgo una posizione centrale per puntare dritto alla prima boa senza allungare inutilmente, prudentemente parto piano ben sapendo le mie difficoltà nel nuoto. Con mio stupore e nonostante l’inevitabile “tonnara” riesco a mantenere il mio ritmo fino alla fine della prima frazione. Arrivo in T1 non troppo contento, speravo di fare meglio a nuoto. Comunque ora inizia la mia frazione preferita, per cui prendo la bici consapevole che il tipo di percorso mi permetterà di recuperare parecchio tempo. Infatti già sulle prime salite supero diversi atleti, come programmato mantengo lo sforzo appena sotto la soglia. Al primo gpm mi fiondo in discesa per recuperare ancora tempo e visto che conosco perfettamente il percorso praticamente non tocco mai i freni. Secondo giro cerco di rimanere sugli stessi ritmi del primo infatti impiego lo stesso tempo.
Arrivo in T2 e mi sento ancora molto bene, inizio a correre un po’ troppo veloce rispetto a quanto programmato però sento le gambe girare bene e quindi cerco di mantenere il ritmo. Il clima è abbastanza caldo per cui cerco di idratarmi e bagnarmi spesso. Purtroppo il ritmo che avevo impostato per la corsa era veramente troppo veloce e all’ottavo chilometro vado brutalmente in crisi; per fortuna ne mancano solo due per finire, per cui rallento sensibilmente ma non mi fermo, di testa e di cuore finisco la gara. Mi servirà di lezione per la prossima volta, ormai gli anni passano anche per me! Parti piano e finisci in progressione!
Poco dopo di me arriva anche il buon Rocchi che a differenza mia si è gestito meglio e ha fatto una gran frazione run.
Doccia, ristoro finale e si parte per il ritorno a casa.
Nel complesso gara dura ma molto bella, organizzazione non impeccabile vista la lunga fila patita al ritiro del pacco gara, tra l'altro veramente misero visti i costi di iscrizione, pasta party e ristoro finale ottimi.
Alessandro B.
Comunque dopo aver perso più tempo del dovuto per ritirare pacco gara e busta tecnica, ci sistemiamo la bici in zona cambio pronti per andare a provare l’acqua.
Lo start è fissato alle ore 11, 3 batterie uomini più una donne, io e Rocchi siamo in prima batteria. Alle 11 spaccate suona la tromba e si parte. Scelgo una posizione centrale per puntare dritto alla prima boa senza allungare inutilmente, prudentemente parto piano ben sapendo le mie difficoltà nel nuoto. Con mio stupore e nonostante l’inevitabile “tonnara” riesco a mantenere il mio ritmo fino alla fine della prima frazione. Arrivo in T1 non troppo contento, speravo di fare meglio a nuoto. Comunque ora inizia la mia frazione preferita, per cui prendo la bici consapevole che il tipo di percorso mi permetterà di recuperare parecchio tempo. Infatti già sulle prime salite supero diversi atleti, come programmato mantengo lo sforzo appena sotto la soglia. Al primo gpm mi fiondo in discesa per recuperare ancora tempo e visto che conosco perfettamente il percorso praticamente non tocco mai i freni. Secondo giro cerco di rimanere sugli stessi ritmi del primo infatti impiego lo stesso tempo.
Arrivo in T2 e mi sento ancora molto bene, inizio a correre un po’ troppo veloce rispetto a quanto programmato però sento le gambe girare bene e quindi cerco di mantenere il ritmo. Il clima è abbastanza caldo per cui cerco di idratarmi e bagnarmi spesso. Purtroppo il ritmo che avevo impostato per la corsa era veramente troppo veloce e all’ottavo chilometro vado brutalmente in crisi; per fortuna ne mancano solo due per finire, per cui rallento sensibilmente ma non mi fermo, di testa e di cuore finisco la gara. Mi servirà di lezione per la prossima volta, ormai gli anni passano anche per me! Parti piano e finisci in progressione!
Poco dopo di me arriva anche il buon Rocchi che a differenza mia si è gestito meglio e ha fatto una gran frazione run.
Doccia, ristoro finale e si parte per il ritorno a casa.
Nel complesso gara dura ma molto bella, organizzazione non impeccabile vista la lunga fila patita al ritiro del pacco gara, tra l'altro veramente misero visti i costi di iscrizione, pasta party e ristoro finale ottimi.
Alessandro B.
29° TRIATHLON DEL LAGO DI CALDARO 06/05/2017
Beh! che dire... innanzitutto ringrazio Nicola Doria, mio fedele compagno di innumerevoli sessioni di allenamenti, che ha abilmente approffittato di una promessa fatta in un momento di mona... le classiche cazzate che sparo ogni tanto in preda all’entusiasmo e chi mi conosce bene sa di cosa parlo… "il giorno che inizio a nuotare vengo a fare una gara di triathlon"... detto fatto, cazzata sparata, intervento di spalla post infortunio, il medico mi obbliga ad iniziare a lavorare in acqua e la frittata è fatta, non posso più tirarmi indietro.
60 giorni mi separano dal triathlon sprint di Fumane prontamente assegnatomi da Doria con l’avallo del Dalai Lama Michele Bellemo che ringrazio per avermi supportato in tutto per tutto compreso il fatto di aver prontamente sistemato la radio del mio furgone che da 8 mesi non funzionava, ma la sua consapevolezza unita al rispetto del programma in avvicinamento gara che prevedeva 15 minuti di viaggio con musica a palla degli Evanescense, ha prevalso ogni difficoltà e i watt ripresero ad aver vita. Grazie Michele! ...ero passato da un tecnico il quale mi aveva preventivato la sostituzione totale del blocco radio... il triathlon è anche questo!
Inizio a nuotare praticamente tutti i giorni con una frustrazione tale che la corsa, sport che soffro sia fisicamente ma soprattutto mentalmente, mi diventa piacevole o quasi. Puntualmente, dopo 20 giorni di doppi allenamenti, mi ammalo ed il picco di febbre raggiunge i 37,2 impedendomi per 3 giorni di allenarmi, con presa in giro dei miei amici e li la quotazione della mia presenza a Fumane saliva da 1 a 20 a 1 a 40 e il promoter di questa scommessa Voltazza Filippo (compagno di merende) gongolava.
Riprendo ad allenarmi sotto la guida tecnica di Nicola e la supervisione di Michele fino a quando, tre giorni prima di Fumane, mi viene concesso di ridurre i carichi in ottica gara. L’unica cosa positiva in preparazione gara ho scoperto essere la settimana precedente dov'è previsto un po di riposo. Domenica mattina arrivo a Fumane super controllato a vista dai miei alfieri e la gara si preannuncia un cocktail di emozioni legate alla difficoltà di nuotare per 750 metri di fila e di superare correttamente la zona cambio evitando di uscire in bici con le scarpe da corsa e viceversa. Entro in acqua e parto timoroso, poi lusingato dalla lentezza dei miei avversari, tento di superarli, cosa che non mi riesce facilmente e nel momento che raggiungo la testa della corsia "superlenti", mi rendo conto di aver perso il conto delle vasche e tento in zona muretto, con quel filo di fiato che mi rimane, un rancolitico tentativo di aiuto per sapere quanto manca alla fine, ma tra rumore di bracciate, gambate e mancanza di ossigeno l’unica risposta è un bel gorgheggio di acqua, frutto di uno scoordinamento tra il parlare e il respirare. Non mi rimane che starmene li buono buono e capire cosa combinano i miei compagni. Finalmente esco dall’acqua e li la gara è nettamente in discesa, salita a parte, e alla fine ad aspettarmi c’è il mio tecnico e il vocalist del Pineta di Milano Marittima che mi urla "Piatto alla prima gara di triathlon ESORCISMO PURO" hahahah .. vai presidente sei un grande, Paolo Albiero!
Parte il rientro in furgone con radio spenta visto che la musica non era prevista e già si parla della prossima gara ed io, solito alle mie sparate in preda all’entusiasmo, avallo l’ipotesi di rifare una gara non appena se ne fosse presentata l’occasione.
Al Todaro qualche maledizione l’ho mandata quando mi dicono che si è liberato un posto per Caldaro! Naturalmente accetto altrimenti che gusto c’è... Confronto tecnico con Doria il quale mi dà due compiti: il primo di andare in piscina e provare a fare 1500 metri di fila e il secondo di provare la sua muta di scorta, gentilmente prestatami, e provare a nuotare munito di tale ingombro. Detto fatto eseguito entrambi in compiti e Caldaro arriva in 6 giorni puntuale come un altoatesino. Due ore di autostrada e arriviamo a Caldaro con tre minuti di ritardo a causa di una mia sosta in autostrada causata da un eccesso di assunzione di liquidi i quali devono assolutamente fuoriuscire dal mio fisico nonostante i miei appelli di portare pazienza vista l’occasione importante ma niente da fare devo assolutamente fermarmi, saltare un guard-rail e incastrarmi tra le siepi per liberare parte di una tisana che da minuti mi minacciava... Si riparte ed in tempo zero arriviamo a Caldaro dove ad attenderci c’è un cielo incazzatissimo e il lago con le sue fauci gelide a 15 gradi dichiarati, ma non reali, pronto ad attendermi..
Chiedo tre o quattro volte se per caso annullano il nuoto, ma nessuno mi da retta e di li a poco mi ritrovo a dover fare i conti con il gelo. Atleti pronti ad entrare in acqua, io che mi cago sotto e continuo a chiedere a Doria e a Bellemo se ci sono barche d’appoggio nel caso in cui uno si senta male e la risposta di Doria con fare rassicurante si avvicina a un si che sa di no e Bellemo che mi dice "se te te neghi te ste a galla, ti ha la muta addosso"… io che guardo due barchine in mezzo a 600 persone svanire all’orizzonte e ripenso al Dalai Lama il quale con inesorabile franchezza mi consigliava di morire e aspettare il recupero della salma, garantito dalla muta... Bene non mi rimane che tuffarmi nelle gelide acque del lago di Caldaro in batteria elite grazie al pettorale concessomi da Todaro che non finirò mai di ringraziare e vedermi passare sopra circa da 400 persone! Uscito vivo dall’acqua, tutto si trasforma in gioia e sofferenza e termino provato ma contento di aver portato a termine una gara impegnativa. Classica situazione dove l’unico momento divertente della gara è una volta terminata, con il suo sapore inconfondibile che ti rimane per giorni, settimane e forse per sempre, tale è l’intensità emotiva.
I miei complimenti a Bellemo per il suo secondo posto di cat. e a Doria per i suoi ottimi tempi in tutte le frazioni, veramente dei mostri, bravi ancora. Colgo l’occasione di ringraziarli per tutti i consigli senza i quali non avrei potuto fare. Impeccabili… due veri veteran che consiglio ad ogni aspirante triatleta. Di meglio non si poteva pretendere.
Faccio i complimenti a tutti gli atleti perchè praticare tre discipline con costanza è un operazione che richiede lucidità, programmazione, senso del sacrificio e rinunce: bravi!!!
Chiudo senza promesse, ma continuo nei miei allenamenti, cosa che mi diverte molto e ci rivediamo presto. In bocca al lupo a tutti per il proseguo della stagione.
Un grazie a tutta la squadra ed in particolare al presidente Paolo Albiero per l’accoglienza degna di un vero gentlemen e per il materiale messomi a disposizione. Grazie ancora...
Halexsandro P.
60 giorni mi separano dal triathlon sprint di Fumane prontamente assegnatomi da Doria con l’avallo del Dalai Lama Michele Bellemo che ringrazio per avermi supportato in tutto per tutto compreso il fatto di aver prontamente sistemato la radio del mio furgone che da 8 mesi non funzionava, ma la sua consapevolezza unita al rispetto del programma in avvicinamento gara che prevedeva 15 minuti di viaggio con musica a palla degli Evanescense, ha prevalso ogni difficoltà e i watt ripresero ad aver vita. Grazie Michele! ...ero passato da un tecnico il quale mi aveva preventivato la sostituzione totale del blocco radio... il triathlon è anche questo!
Inizio a nuotare praticamente tutti i giorni con una frustrazione tale che la corsa, sport che soffro sia fisicamente ma soprattutto mentalmente, mi diventa piacevole o quasi. Puntualmente, dopo 20 giorni di doppi allenamenti, mi ammalo ed il picco di febbre raggiunge i 37,2 impedendomi per 3 giorni di allenarmi, con presa in giro dei miei amici e li la quotazione della mia presenza a Fumane saliva da 1 a 20 a 1 a 40 e il promoter di questa scommessa Voltazza Filippo (compagno di merende) gongolava.
Riprendo ad allenarmi sotto la guida tecnica di Nicola e la supervisione di Michele fino a quando, tre giorni prima di Fumane, mi viene concesso di ridurre i carichi in ottica gara. L’unica cosa positiva in preparazione gara ho scoperto essere la settimana precedente dov'è previsto un po di riposo. Domenica mattina arrivo a Fumane super controllato a vista dai miei alfieri e la gara si preannuncia un cocktail di emozioni legate alla difficoltà di nuotare per 750 metri di fila e di superare correttamente la zona cambio evitando di uscire in bici con le scarpe da corsa e viceversa. Entro in acqua e parto timoroso, poi lusingato dalla lentezza dei miei avversari, tento di superarli, cosa che non mi riesce facilmente e nel momento che raggiungo la testa della corsia "superlenti", mi rendo conto di aver perso il conto delle vasche e tento in zona muretto, con quel filo di fiato che mi rimane, un rancolitico tentativo di aiuto per sapere quanto manca alla fine, ma tra rumore di bracciate, gambate e mancanza di ossigeno l’unica risposta è un bel gorgheggio di acqua, frutto di uno scoordinamento tra il parlare e il respirare. Non mi rimane che starmene li buono buono e capire cosa combinano i miei compagni. Finalmente esco dall’acqua e li la gara è nettamente in discesa, salita a parte, e alla fine ad aspettarmi c’è il mio tecnico e il vocalist del Pineta di Milano Marittima che mi urla "Piatto alla prima gara di triathlon ESORCISMO PURO" hahahah .. vai presidente sei un grande, Paolo Albiero!
Parte il rientro in furgone con radio spenta visto che la musica non era prevista e già si parla della prossima gara ed io, solito alle mie sparate in preda all’entusiasmo, avallo l’ipotesi di rifare una gara non appena se ne fosse presentata l’occasione.
Al Todaro qualche maledizione l’ho mandata quando mi dicono che si è liberato un posto per Caldaro! Naturalmente accetto altrimenti che gusto c’è... Confronto tecnico con Doria il quale mi dà due compiti: il primo di andare in piscina e provare a fare 1500 metri di fila e il secondo di provare la sua muta di scorta, gentilmente prestatami, e provare a nuotare munito di tale ingombro. Detto fatto eseguito entrambi in compiti e Caldaro arriva in 6 giorni puntuale come un altoatesino. Due ore di autostrada e arriviamo a Caldaro con tre minuti di ritardo a causa di una mia sosta in autostrada causata da un eccesso di assunzione di liquidi i quali devono assolutamente fuoriuscire dal mio fisico nonostante i miei appelli di portare pazienza vista l’occasione importante ma niente da fare devo assolutamente fermarmi, saltare un guard-rail e incastrarmi tra le siepi per liberare parte di una tisana che da minuti mi minacciava... Si riparte ed in tempo zero arriviamo a Caldaro dove ad attenderci c’è un cielo incazzatissimo e il lago con le sue fauci gelide a 15 gradi dichiarati, ma non reali, pronto ad attendermi..
Chiedo tre o quattro volte se per caso annullano il nuoto, ma nessuno mi da retta e di li a poco mi ritrovo a dover fare i conti con il gelo. Atleti pronti ad entrare in acqua, io che mi cago sotto e continuo a chiedere a Doria e a Bellemo se ci sono barche d’appoggio nel caso in cui uno si senta male e la risposta di Doria con fare rassicurante si avvicina a un si che sa di no e Bellemo che mi dice "se te te neghi te ste a galla, ti ha la muta addosso"… io che guardo due barchine in mezzo a 600 persone svanire all’orizzonte e ripenso al Dalai Lama il quale con inesorabile franchezza mi consigliava di morire e aspettare il recupero della salma, garantito dalla muta... Bene non mi rimane che tuffarmi nelle gelide acque del lago di Caldaro in batteria elite grazie al pettorale concessomi da Todaro che non finirò mai di ringraziare e vedermi passare sopra circa da 400 persone! Uscito vivo dall’acqua, tutto si trasforma in gioia e sofferenza e termino provato ma contento di aver portato a termine una gara impegnativa. Classica situazione dove l’unico momento divertente della gara è una volta terminata, con il suo sapore inconfondibile che ti rimane per giorni, settimane e forse per sempre, tale è l’intensità emotiva.
I miei complimenti a Bellemo per il suo secondo posto di cat. e a Doria per i suoi ottimi tempi in tutte le frazioni, veramente dei mostri, bravi ancora. Colgo l’occasione di ringraziarli per tutti i consigli senza i quali non avrei potuto fare. Impeccabili… due veri veteran che consiglio ad ogni aspirante triatleta. Di meglio non si poteva pretendere.
Faccio i complimenti a tutti gli atleti perchè praticare tre discipline con costanza è un operazione che richiede lucidità, programmazione, senso del sacrificio e rinunce: bravi!!!
Chiudo senza promesse, ma continuo nei miei allenamenti, cosa che mi diverte molto e ci rivediamo presto. In bocca al lupo a tutti per il proseguo della stagione.
Un grazie a tutta la squadra ed in particolare al presidente Paolo Albiero per l’accoglienza degna di un vero gentlemen e per il materiale messomi a disposizione. Grazie ancora...
Halexsandro P.
TRIATHLON SPRINT DI FUMANE 30/04/2017
.…Finalmente Fumane e la sua gara sprint sotto il sole, ricordo di questa gara disputata più volte sempre e incessantemente sotto la pioggia. Belli i Delfini della squadra e soprattutto bravi, anche questa volta eravamo la Società più numerosa, ma ahimè niente premio speciale per la presenza, come al duathlon di Galzignano.
Come di solito capita con le prime gare dell’anno, l’adrenalina è al massimo, ed eravamo tutti pronti a dare il meglio.
Gara sotto il profilo tecnico poco controllata in tutte le frazioni, se in bici ti capitava qualcosa eri rovinato, per strada, se non agli svincoli importanti, della sicurezza non c’era anima viva.
Gara impegnativa per la lunga salita in bici ma tutto sommato, l’hard race piace quindi…..no comment!
Complimenti per il podio di Alice Maggio che anche se ha fatto due vasche in più il suo piazzamento è stato più che soddisfacente, così anche per Naccari Alberto podio di categoria. Un occhio di riguardo invece per il neo Delfino COSMA MATTEO, che si è classificato primo assoluto di categoria. Grande Matteo, bellissimo acquisto per la Delfino Triathlon.
Esordio importante per il neo atleta Piatto Halexsandro, che ha stupito tutti. Bravo Halex!
Io come al solito mi diverto sempre molto, anche se ormai perennemente infortunato, e quando si parla della squadra di Chioggia, vedo e sento sempre positività.
Piazzamenti importanti per Bellemo Michele, Briatore Carlo e Doria Nicola che sono stati i migliori della giornata. Bravi Ragazzi...
Ora Caorle ci aspetta, anche lì saremo in molti!!! Grazie squadra siete il mio orgoglio!
Paolo A.
Come di solito capita con le prime gare dell’anno, l’adrenalina è al massimo, ed eravamo tutti pronti a dare il meglio.
Gara sotto il profilo tecnico poco controllata in tutte le frazioni, se in bici ti capitava qualcosa eri rovinato, per strada, se non agli svincoli importanti, della sicurezza non c’era anima viva.
Gara impegnativa per la lunga salita in bici ma tutto sommato, l’hard race piace quindi…..no comment!
Complimenti per il podio di Alice Maggio che anche se ha fatto due vasche in più il suo piazzamento è stato più che soddisfacente, così anche per Naccari Alberto podio di categoria. Un occhio di riguardo invece per il neo Delfino COSMA MATTEO, che si è classificato primo assoluto di categoria. Grande Matteo, bellissimo acquisto per la Delfino Triathlon.
Esordio importante per il neo atleta Piatto Halexsandro, che ha stupito tutti. Bravo Halex!
Io come al solito mi diverto sempre molto, anche se ormai perennemente infortunato, e quando si parla della squadra di Chioggia, vedo e sento sempre positività.
Piazzamenti importanti per Bellemo Michele, Briatore Carlo e Doria Nicola che sono stati i migliori della giornata. Bravi Ragazzi...
Ora Caorle ci aspetta, anche lì saremo in molti!!! Grazie squadra siete il mio orgoglio!
Paolo A.
TRIATHLON SPRINT CITTA DI LIGNANO 29/04/2017
Si è trattato della mia prima partecipazione ad un triathlon, dopo i duathlon di Noale e Galzignano. La sezione del nuoto mi mancava, quindi, ed ero curioso di vedere come sarebbe andata. Certo il tempo non prometteva bene con bora sostenuta e mare grosso (ed acqua fredda!!!), tanto che gli organizzatori sono stati sul punto di eliminare la prova. Ma poi, verso l'una, il vento è calato e così, alle 15 siamo partiti. Premetto che, purtroppo, per impegni di lavoro non riesco ad allenarmi con il nostro gruppo, quindi non so nulla di quale tattica adottare nel nuoto in acque libere. La partenza, in effetti, è stata traumatizzante con tutto quel casino e quella ressa di persone, sono andato spesso in debito d'ossigeno, ero un pò disorientato. Poi, verso metà percorso, ho deciso di seguire il mio ritmo come se fossi in piscina e così sono riuscito a finire la prova recuperando anche qualche posizione. La bici è filata liscia senza problemi. La corsa, infine, è stata invece dura avendo un po di pubalgia che mi rendeva dolorosa ogni falcata, ma stringendo i denti ho finito anche questa prova. Tempo finale 1:15:34. Non male dai...
Partecipazione strepitosa, circa 450 atleti di cui molti anche stranieri, bella location, grandissimo divertimento...come sempre!
Andrea P.
Partecipazione strepitosa, circa 450 atleti di cui molti anche stranieri, bella location, grandissimo divertimento...come sempre!
Andrea P.
DUATHLON DI GALZIGNANO TERME 26/03/2017
Splendida mattinata per i numerosi atleti della Delfino che si sono presentati superpronti alla partenza del Duathlon di Galzignano. Partenza anticipata causa previsioni meteo avverse previste nel pomeriggio; scelta azzeccata dagli organizzatori della manifestazione sportiva, che hanno permesso agli atleti di godersi le fatiche della gara sotto uno splendido sole. Podi meritati per Michele, Angelo, Francesca ed Anna. Unico rammarico il ritiro causa caduta (fortunatamente senza gravi conseguenze) per Carlo Briatore.
Esordio triatletico o meglio duatletico in quel di Galzignano per molti Delfini.
Seconda gara "di casa" per me, che con la triade sono anni che giro in lungo e in largo i nostri Colli Euganei, ed in più pensare che la prima edizione fu nel 2014 (anno del primo Iron) e la seconda cade nel 2017 (anno del mio previsto secondo Iron) me la fa inserire di buon grado nel cammino di avvicinamento alla Gara delle gare.
Quest'anno cambiano percorso e tolgono di fatto salita. Mettono i 400 metri più duri dei colli, ma fin da subito si capisce che la gara la fai sul falsopiano nei gruppetti (se li tieni). Pronti via parto al "mio" ritmo. Il Bri parte con me e mi tallona, corro un pò accanto al Gianni e a pochi passi da Bellemo. Mi dico benissimo. Arrivo in zona cambio con poche bici partite e so che arriva il bello. Il Bellemo invece se n'è andato al terzo di corsa. Dietro ho il Bri e il Bozz. Tengo un gruppetto da 6-7 atleti e sul muretto Turri vedo che vanno come me. Dico bene magari me li tengo fino alla fine e invece sulla discesa del Turri ci passa tutti a velocità doppia il Bozz. Mi chiedo come diavolo faccia a spingere così quei maledetti pedali, e ho la conferma che portare la bici in discesa è uno sport a parte. Io freno e rilancio: quelli tagliano le curve e non so come non cadono. Bho.
Fattosta che al terzo rilancio del Bozz io e un altro ci stacchiamo. E così mi faccio secondo Turri e tutto il secondo giro da solo finchè un gruppo da dietro mi fa compagnia per gli ultimi 2km. Corro bene anche l'ultimo giro e mentre me ne sto tornando a Pontemanco in bici un WA mi avverte che ho fatto stranamente secondo di categoria M2. Molto bene soprattutto per il vino bianco del premio. Con Bellemo terzo M1, Annaraule prima S1, Francesca seconda S4, e lo sfortunato Bozz quarto S4 ci siamo anche comportati bene e ci portiamo a casa il premio Squadra più numerosa (!).
Menzione speciale per il giovane Bri che incrocio che scende dal Turri con la bici in braccio e la ruota storta. La prossima volta niente scuse continua impennato! Contromenzione speciale per il vecchio Salvagno che continua la conta col suo pallottoliere dei Delfini che sta impallinando gara dopo gara. Menzione specialissima per gambe di titanio Bozz: secondo me ha i polpacci in lega come i cerchi che monta. Nessuna menzione per Mik Bellemo: lo menzionano da soli i podi che imperterrito macina da 2 anni a sta parte. Alle prossime ci saranno i giovani virgulti e a noi vecchi triatleti non resterà altro che qualche parola graffiata sulla carta. Ad maiora.
Angelo B.T.
Esordio triatletico o meglio duatletico in quel di Galzignano per molti Delfini.
Seconda gara "di casa" per me, che con la triade sono anni che giro in lungo e in largo i nostri Colli Euganei, ed in più pensare che la prima edizione fu nel 2014 (anno del primo Iron) e la seconda cade nel 2017 (anno del mio previsto secondo Iron) me la fa inserire di buon grado nel cammino di avvicinamento alla Gara delle gare.
Quest'anno cambiano percorso e tolgono di fatto salita. Mettono i 400 metri più duri dei colli, ma fin da subito si capisce che la gara la fai sul falsopiano nei gruppetti (se li tieni). Pronti via parto al "mio" ritmo. Il Bri parte con me e mi tallona, corro un pò accanto al Gianni e a pochi passi da Bellemo. Mi dico benissimo. Arrivo in zona cambio con poche bici partite e so che arriva il bello. Il Bellemo invece se n'è andato al terzo di corsa. Dietro ho il Bri e il Bozz. Tengo un gruppetto da 6-7 atleti e sul muretto Turri vedo che vanno come me. Dico bene magari me li tengo fino alla fine e invece sulla discesa del Turri ci passa tutti a velocità doppia il Bozz. Mi chiedo come diavolo faccia a spingere così quei maledetti pedali, e ho la conferma che portare la bici in discesa è uno sport a parte. Io freno e rilancio: quelli tagliano le curve e non so come non cadono. Bho.
Fattosta che al terzo rilancio del Bozz io e un altro ci stacchiamo. E così mi faccio secondo Turri e tutto il secondo giro da solo finchè un gruppo da dietro mi fa compagnia per gli ultimi 2km. Corro bene anche l'ultimo giro e mentre me ne sto tornando a Pontemanco in bici un WA mi avverte che ho fatto stranamente secondo di categoria M2. Molto bene soprattutto per il vino bianco del premio. Con Bellemo terzo M1, Annaraule prima S1, Francesca seconda S4, e lo sfortunato Bozz quarto S4 ci siamo anche comportati bene e ci portiamo a casa il premio Squadra più numerosa (!).
Menzione speciale per il giovane Bri che incrocio che scende dal Turri con la bici in braccio e la ruota storta. La prossima volta niente scuse continua impennato! Contromenzione speciale per il vecchio Salvagno che continua la conta col suo pallottoliere dei Delfini che sta impallinando gara dopo gara. Menzione specialissima per gambe di titanio Bozz: secondo me ha i polpacci in lega come i cerchi che monta. Nessuna menzione per Mik Bellemo: lo menzionano da soli i podi che imperterrito macina da 2 anni a sta parte. Alle prossime ci saranno i giovani virgulti e a noi vecchi triatleti non resterà altro che qualche parola graffiata sulla carta. Ad maiora.
Angelo B.T.
DUATHLON KIDS DEGLI SCALIGERI - VERONA 19/03/2017
DUATHLON KIDS DEGLI SCALIGERI: IL MIO MIGLIORE PIAZZAMENTO
La giornata è cominciata serenamente svegliandomi alle 8.15. Tranquillamente ho fatto colazione insieme alla mia famiglia, mi sono preparato e sono partito. Arrivato alla fiera di Verona ho posizionato le mie cose in zona cambio e ho fatto il riscaldamento. Poi ho tifato per mio fratello Pietro e con emozione, al via, ho cominciato la mia gara. Ho fatto 400 mt di corsa, 1,5 km di bici, e 200 mt nell'ultima frazione di corsa. La gara si è svolta intorno ai padiglioni della fiera. È stata la mia migliore gara; sono arrivato decimo della categoria "esordienti". Io mi sono divertito, Pietro dopo la sua gara ha tifato per me e i miei genitori sono fieri di me. Sono anche soddisfatto perché con Pietro e Jacopo, un mio compagno di squadra, abbiamo accumulato tanti punti per la squadra dei Delfini.
Nicholas B.
La giornata è cominciata serenamente svegliandomi alle 8.15. Tranquillamente ho fatto colazione insieme alla mia famiglia, mi sono preparato e sono partito. Arrivato alla fiera di Verona ho posizionato le mie cose in zona cambio e ho fatto il riscaldamento. Poi ho tifato per mio fratello Pietro e con emozione, al via, ho cominciato la mia gara. Ho fatto 400 mt di corsa, 1,5 km di bici, e 200 mt nell'ultima frazione di corsa. La gara si è svolta intorno ai padiglioni della fiera. È stata la mia migliore gara; sono arrivato decimo della categoria "esordienti". Io mi sono divertito, Pietro dopo la sua gara ha tifato per me e i miei genitori sono fieri di me. Sono anche soddisfatto perché con Pietro e Jacopo, un mio compagno di squadra, abbiamo accumulato tanti punti per la squadra dei Delfini.
Nicholas B.
CAMPIONATO ITALIANO ASSOLUTO DUATHLON SPRINT RICCIONE 18/03/2017
DUATHLON SPRINT CITTA' DI MANERBA DEL GARDA 12/03/2017
Molto fresco al nostro arrivo a Manerba, sole caldo al momento dello start! Questo duathlon rappresenta ormai da sempre un ottimo banco di prova per verificare la preparazione invernale... Doria Nicola, Bozzato Alessandro, Vono Antonio, Alice Maggio ed il sottoscritto pronti a sottoporsi a questa verifica... Numerosi gli specialisti alla partenza, lo sappiamo e accettiamo che i nostri piazzamenti saranno difficili. Percorsi decisamente muscolari anche se veloci! Partenza a razzo e poi si cerca di tenere il piu' possibile quelle forsennate andature... La sofferenza sara' notevole, ma durerà da poco meno di un'ora a poco più... Soddisfatti i Delfini piazzati in classifica, contenti dell'ottimo allenamento gli altri. Rientro alla base ad un'ora ragionevole che ci permette di concludere con i nostri cari questa splendida giornata di primavera! Prossimo test Galzignano Terme! A presto.
Michele B.
Michele B.
2° DUATHLON CROSS DEI TEMPESTA - NOALE 19/02/2017
Splendida giornata di sole e di sano sport all'insegna del puro divertimento per i numerosi atleti della Delfino che si sono presentati a Noale per partecipare alla seconda edizione del duathlon cross dei Tempesta. Il clima quasi primaverile ha reso ancor più piacevole questa intensa giornata di sport, che ha visto questa pittoresca cittadina impegnata ad ospitare, sin dalle prime ore del mattino, le numerose categorie di atleti, dai più piccini ai più attempati. Un inizio di stagione anticipato per questa disciplina sportiva, ma visti i risultati più che incoraggianti e la soddisfazione dei vari Delfini, non poteva essere di miglior auspicio per i mesi avvenire. Complimenti a tutti, ma in particolare a chi era alla sua prima esperienza in questo spettacolare sport.